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Russia, banconota da 100 rubli con Apollo nudo Deputato: "Immagine pornografica per i bambini "

MOSCA. Modificare la banconota da 100 rubli (2,1 euro) perchè riproduce l'Apollo del frontone del Bolshoi con una corta tunica che lascia vedere le sue parti intime: è la richiesta avanzata alla Banca centrale russa, in nome della difesa dei bambini dalla pornografia, da parte di Roman Khudiakov, deputato del partito liberal-democratico guidato dall'ultranazionalista Zhirinovski.
«Un museo è un museo, ma le divinità nude sulle banconote non hanno alcun senso, non è questo il loro posto», ha spiegato al quotidiano Izvestia. Lo slancio puritano aveva colpito anche il restauro del Bolshoi, quando la statua del dio greco delle arti sulla sua quadriga, opera dello scultore pietroburghese Piotr Clodt, aveva recuperato una foglia di vigna che nel passato ne nascondeva il sesso. Ma la banconota riproduce l'immagine precedente di Apollo. L'onorevole l'ha scoperto casualmente notando, mentre aspettava suo figlio a scuola, che due alunni di circa 10 anni esaminavano ridacchiando l'immagine stampata sui 100 rubli.        
«Dobbiamo proteggere i nostri figli da informazioni di questo genere, dalla pornografia», ha osservato il deputato, padre di quattro figli e severo custode di valori morali che Putin sta cercando di tutelare con leggi controverse, come quella che vieta la propaganda gay. «Contrariamente ai musei, i bambini vedono le banconote da 100 rubli ogni giorno», gli ha fatto eco Iuti Ryjov, portavoce del gruppo parlamentare alla Duma, la camera bassa del parlamento ribattezzata «la stampante impazzita» perchè continua a sfornare leggi e progetti di legge controversi o bizzarri, dal divieto delle parolacce al limite d'altezza per i tacchi.
La blogosfera russa si è già scatenata contro Khudiakov, ironizzando sul fatto che probabilmente finora non si era accorto dello scandaloso Apollo perchè non usava mai banconote di piccolo taglio.
C'è anche chi ha scomodato l'aneddoto del mercante e collezionista d'arte russo Serghiei Shukin, che chiese a Matisse di coprire le nudità del suonatore di flauto della sua celebre opera 'Musicà, per non scandalizzare le figlie. «Ma forse, quando saranno cresciute, lei vorrà tornare all'originale», osservò il pittore, suggerendo che sarebbe bastato un pò di cognac per togliere le due pennellate di copertura. Shukin non cambiò idea, ma negli anni Settanta una commissione ad hoc dell'Ermitage decise di ripristinare la versione iniziale.

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