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Furti rame, Coldiretti: "Aziende siciliane in ginocchio"

CATANIA. «La criminalità organizzata sta mettendo in ginocchio le aziende agricole in tutta la Sicilia. I furti di rame impediscono l'attività provocando danni di milioni di euro». Lo afferma il presidente della Coldiretti regionale, Alessandro Chiarelli sui furti di rame che, spiega, «ogni giorno fanno lievitare i costi delle aziende costrette a ricorre a soluzioni di emergenza».


«È un vero e proprio business - aggiunge Chiarelli - che mette a rischio non solo l'economia ma anche l'incolumità di coloro che cercano di opporsi  per questo è necessario coordinare azioni mirate che hanno bisogno del potenziamento di uomini e mezzi. Lo dimostrano gli ultimi fatti di cronaca dove addirittura i  malviventi nell'agrigentino, hanno reagito con colpi di arma da fuoco. Chiediamo per questo incontri con tutte le prefetture e le questure - annuncia il presidente di Coldiretti Sicilia - per rimettere al centro dell'attenzione l'abigeato, i furti delle  merci e in generale lo sviluppo dell'agricoltura che deve avere alla base la legalità».


«Da Agrigento a Ragusa, da Trapani a   Messina il rame sta acuendo la crisi delle aziende - sottolinea il direttore regionale Giuseppe Campione - non c'è un solo comparto che non sia danneggiato da queste azioni illegali che sta ingigantendo il fenomeno. Solo a Palermo e provincia nel primo trimestre del 2013 i furti subiti furono 82 per un totale di 26 mila metri di
cavi. Nei primi 3 mesi di quest'anno invece si contano 148 furti con  oltre 40.000 metri di cavi trafugati. A questi si somma anche l'aumento dei furti di trasformatori delle cabine
secondarie. Sono dati - conclude Giuseppe Campione - che dimostrano la recrudescenza di un fenomeno che bisogna arginare con interventi straordinari».

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