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Percepisce 12 centesimi non dovuti: la Regione sanziona dipendente

PALERMO. Nella Sicilia degli sprechi, delle casse vuote, degli scandali e delle inchieste milionarie sull'uso dei fondi regionali e dell'Ue, capita che dirigenti solerti sanzionino un dipendente della Regione per 12 centesimi. È la storia di Emanuele Covais, 49 anni, in servizio al Dipartimento Pesca dell'assessorato all'Agricoltura: l'amministrazione gli ha notificato un procedimento disciplinare, con ammonimento 'verbalè, per «dichiarazione mendace»; la sua colpa è avere incassato in busta paga 12 centesimi in più per nove mesi, non dovuti, per gli assegni familiari. A raccontare all'Ansa la vicenda è lo stesso dipendente regionale. «Nella dichiarazione dei redditi dello scorso anno avrei dovuto indicare 47,38 euro - dice Covais - invece nella richiesta di assegno familiare ho arrotondato, scrivendo 47,50 euro. Quando ho ricevuto la prima lettera, a maggio, di avvio del procedimento nei miei confronti mi sono quasi messo a ridere, non gli ho dato peso. E sinceramente pensavo che quei 12 centesimi me li avrebbero detratti dalle successive buste paga, o mi avrebbero comunicato come doverli restituire». Invece dopo circa 20 giorni, riferisce, «è arrivata la comunicazione del provvedimento disciplinare, con la notifica dell'avvio da parte della Regione delle procedure per il recupero delle somme». 
Secondo i calcoli dell'amministrazione, emersi dopo un «controllo a campione», la richiesta errata è stata presentata per nove mesi, quindi la cifra totale che il dipendente ha incassato indebitamente è pari a 1,08 euro. «Grazie alla puntigliosità di ben due dirigenti - prosegue Covais - solo per le due raccomandate che mi hanno inviato, la Regione ha già speso più di 12 euro: un dato che si commenta da solo». E aggiunge: «Fossi stato al posto del dirigente generale, avrei mandato una mail o una comunicazione interna, dal momento che facciamo parte della stessa amministrazione».
Anzi, «questa faccenda - osserva - si sarebbe potuta risolvere con una telefonata, non avrei avuto alcun problema a restituire 1 euro e 8 centesimi». Il dipendente adesso è intenzionato a rivolgersi a un legale e ricorrere contro il procedimento disciplinare: «Altro che 'dichiarazione mendacè, ero in buona fede, questo è certo. Si può mai pensare che un impiegato pubblico metta a rischio la propria carriera per 12 centesimi?». E poi, lo sfogo finale: «Mi creda, qui alla Regione siciliana si potrebbe fare un lungo elenco di sprechi e ruberie per milioni di euro. Ma dai controlli cosa si accorgono? Di 12 centesimi...».

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