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Sarkozy si difende in tv e attacca i magistrati

L’ex presidente francese in stato d’accusa per corruzione: «Scioccato e umiliato, vittima di una strumentalizzazione politica»

PARIGI. Il giorno dopo, Nicolas Sarkozy si dice "scioccato e umiliato" e, in tv, grida alla "strumentalizzazione politica di una parte dei magistrati". Ma lui per primo sa che il suo ritorno in politica è ormai difficilissimo. Dopo 15 ore di stato di fermo, le due magistrate che lo marcano strettissimo da mesi gli hanno notificato le ipotesi di reato, gravissime. Corruzione, traffico di influenze, violazione di segreto investigativo: reati che valgono 10 anni di carcere.    
Ma non è soltanto Sarkozy a vacillare sotto i colpi della magistratura, il terremoto ha colpito tutto il sistema di potere che sotto il presidente alfiere della destra neogollista era stato costruito: avvocati, amici, ministri, consiglieri, collaboratori. Tutti travolti da sette inchieste che negli ultimi mesi hanno visto emergere il nome di Sarkozy e accanto a lui una galassia di "eccellenti".    
I procedimenti giudiziari che vedono coinvolto l'ex presidente sono nell'ordine: lo scandalo "Karachi" (retrocommissioni per favorire la campagna di Balladur nel 1995, Sarkozy era portavoce), i sondaggi dell'Eliseo commissionati a due società presiedute da consiglieri e senza appalto, il caso Tapie con l'arbitrato del governo che favorì la concessione di 400 milioni al miliardario ai danni della banca Credit Lyonnais, il finanziamento della Libia di Gheddafi, le bustarelle della miliardaria Bettencourt, le intercettazioni telefoniche e il caso delle fatture gonfiate per pagare i costi dell'ultima campagna elettorale. In un modo o nell'altro, tutti questi casi sono legati fra loro e nel solo caso dell'ereditiera L'Oreal Sarkozy è stato assolto. Resta in ballo però la sua frenetica attività, anche con l'acquisto di carte sim sotto falsa identità, per sapere cosa si stava decidendo su di lui nei saloni della Cassazione.    
Qui è scattata la prima delle tre accuse da parte delle due magistrate Claire Thepaut e Patricia Simon, giudici talmente riservate che i media francesi non hanno a disposizione neppure una loro foto. Sul reato di 'corruzione attiva' Sarkozy avrebbe proposto attraverso il suo avvocato Thierry Herzog di intervenire in favore di una promozione del giudice di Cassazione "amico", Gilbert Azibert, che ambiva ad una poltrona da magistrato nel Principato di Monaco. Ciò in cambio di informazioni sul caso Bettencourt, in particolare sulle famose agende e sull'uso che la magistratura avrebbe potuto farne nell'ambito di altri casi.    
Capitolo 'traffico di influenze'. La seconda ipotesi di reato è strettamente legata alla prima. Riguarda le pressioni che il giudice Azibert, corrotto, potrebbe aver operato nei confronti dei suoi colleghi di Cassazione per favorire Sarkozy. Infine la 'ricettazione di violazione di segreto investigativo': Sarkozy ha beneficiato, è stato di fatto l'utilizzatore di un'informazione riservata fornitagli da un poliziotto, da un magistrato o da un avvocato. Uno di questi soggetti gli avrebbe comunicato che lui ed Herzog erano sotto intercettazione. Tanto che l'ex capo dello Stato ha cominciato ad utilizzare una nuova carta Sim, sotto il falso nome di Paul Bismuth. Con questa situazione giudiziaria, con alcuni dei principali suoi ministri e collaboratori trascinati nelle varie inchieste - primi fra tutti Claude Gueant e Brice Hortefeux, senza dimenticare il consigliere Patrick Buisson - sembra arduo sperare di cancellare tutto, anche per un carattere ostinato e spregiudicato come quello di Sarkozy. E sempre nell'ipotesi, tutta da verificare, che da tutti questi procedimenti, l'ex presidente esca sempre scagionato.

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