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L’esercito di politici negli uffici di gabinetto

Le squadre degli assessori sono piene di deputati non rieletti: c’è spazio dal Pd ad Articolo 4, dal Megafono all’Udc. La commissione affari istituzionali ha approvato una norma che impedirebbe altre nomine. Pistorio: contrari

PALERMO. Un esercito di politici candidati senza successo e burocrati campioni dell’incarico per chiamata diretta. Ecco i membri esterni degli uffici di gabinetto, braccio operativo dei partiti all’interno degli assessorati. Una norma fatta approvare da Antonello Cracolici, ala cuperliana del Pd, in commissione Affari istituzionali permetterebbe di licenziarli subito impedendo poi nuove nomine. Tutti i partiti e ogni corrente ne hanno indicato agli assessori di riferimento. Ovviamente non mancano quelli in quota Pd. L’assessore al Territorio Maria Rita Sgarlata che ha lasciato le insegne del Megafono per abbracciare quelle renziane ha nominato Gandolfo Librizzi che è stato coordinatore regionale del circoli Big Bang, di area Faraone. Alla stessa area si iscrive Vito Taormina, mentre Graziella Catania proviene dai Verdi ed è anche una sindacalista della Cgil. Con la Sgarlata lavora anche Nicola Barbalace già consigliere comunale a Messina. È renziano anche Giuseppe Bruno, assessore al Lavoro, che ha chiamato come esterni Valentina Falletta e Dario Chinnici. La prima è coordinatrice cittadina dell’area Faraone, il secondo responsabile delle Politiche cittadine del Pd. Sono esterni anche Laura Leonardis, esperta in programmazione comunitaria, e Paolo Nicotra.
Lo staff dell’assessore alla Sanità, Lucia Borsellino, è uno dei pochi che conta 5 esterni: normalmente sono 4. Qui c’è Michele Digiacomo, vicino all’omonimo presidente della commissione sanità che a sua volta è uno dei big dell’ala cuperliana all’Ars. Vincenzo Piscitello, fratello del magistrato Roberto, aveva già lavorato con l’assessore Massimo Russo. E lo stesso si può dire di Francesco Bongiovanni che con la poco fortunata lista Russo si candidò a Palermo. E c’è anche l’avvocato Livia Lo Cascio, che da esterna ha collaborato con l’ex presidente dell’Ars Francesco Cascio e più recentemente con l’assessore all’Economia Luca Bianchi (area Bersani).
Fino a qualche settimana fa figurava nello staff dell’assessore ai Beni Culturali Giusi Furnari anche Aristide Tamajo, storico politico palermitano e padre del deputato regionale Edy: si è dimesso dopo l’attacco di Marco Forzese (Drs) che sponsorizzava un altro assessore alla Cultura.
E fino a quando è rimasto in vita il primo governo Crocetta, ad aprile, nello staff dell’assessore alla Funzione Pubblica Patrizia Valenti c’era il segretario regionale dell’Udc Giovanni Pistorio. Che nel secondo governo non ha ripreso l’incarico. Pistorio pone il suo partito contro questa norma in vista del voto dell’aula: «Non trovo nulla di irrazionale nella presenza di politici negli uffici di gabinetto. È normale che un assessore, organo politico, abbia alcuni collaboratori di natura politica. Mi stupisce che un acuto dirigente di partito come Cracolici abbia proposto una norma dispettosa e conflittuale». Anche Crocetta ha criticato la norma.
Non mancano negli staff gli esponenti dell’Udc. Con la Valenti c’è Tony Rizzotto (ex Mpa, non eletto), mentre con Nico Torrisi alle Infrastrutture lavorano l’ex assessore messinese dell’Mpa (poi al Pid e ora allo Scudocrociato) Daniela Bruno e Giovan Battista Pizzo che era stato in passato proprio alla Funzione pubblica.
Articolo 4, il nascente e sempre in crescita movimento di Lino Leanza, ha piazzato ovviamente i suoi uomini all’assessorato all’Agricoltura, guidato da Azechia Reale. Orazio Santo Privitera ha avuto varie candidature ad Acireale, Antonio Mesi è vicino al deputato palermitano Totò Lentini e Antonio Proto sarebbe stato suggerito dal deputato trapanese Paolo Ruggirello. Infine, Francesco Petralia è vicino all’onorevole Pippo Nicotra.
Inevitabilmente anche Crocetta ha fatto ricorso a fedelissimi ed esponenti del suo Megafono. Fra i più noti, Gaetano Montalbano, a cui ha affidato anche la guida del consiglio di gestione della Seus, e Stefano Polizzotto che però recentemente ha lasciato l’incarico nel gabinetto per assumere quello di semplice consulente. Gli altri assessori tecnici hanno chiamato meno politici pur non rinunciando agli esterni.
E va detto che la norma fatta approvare da Cracolici ha riaperto in commissione un altro dibattito: non tutti gli assessori hanno pubblicato gli elenchi e quasi nessuno ha reso pubblico il compenso. Si sa però che un membro esterno, se inquadrato come dirigente, può percepire fra i 60 e i 70 mila euro lordi, premi esclusi. E anche a questo proposito in commissione sarebbero emersi dubbi sulla possibilità di assegnare incarichi con qualifica dirigenziale perchè la norma di riferimento, la 165 del 2011, prevede che ciò sia possibile solo per chi ha almeno 5 anni di esperienza da dirigente.

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