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Ospedale di Niscemi, trasferite le ostetriche

NISCEMI. Dopo la soppressione del reparto di ostetricia e ginecologia dell'ospedale cittadino Basarocco, decisa l'anno scorso, la direzione dell'Asp nissena ha ora disposto il trasferimento al "Vittorio Emanuele" di Gela delle due collaboratrici ostetriche, Franca Gualato e Salvina Tommasi, rimaste nell'ambulatorio del presidio niscemese. Un provvedimento che di fatto costringe le donne gravide niscemesi a ricorrere alle cure e all'assistenza delle strutture sanitarie delle città vicine. "Con il trasferimento delle due collaboratrici ostetriche - commenta Giuseppe Maida, protagonista di tante battaglie civili in favore del Basarocco - è stata dichiarata morta e sepolta l'ostetricia a Niscemi, con un danno enorme alla nostra popolazione". Il "cittadino qualunque" (come Maida ama definirsi), dopo il recente esposto inviato all'assessore regionale alla Sanità, Lucia Borsellino, al prefetto e ai Carabinieri, con il quale chiedeva che venisse salvato quel poco che restava dell'assistenza alle donne incinte niscemesi, teme ora che al danno si associ anche la beffa. Nel senso che l'Asp nissena, con la soppressione dell'ostetricia a Niscemi, ha voluto contenere le spese sanitarie ma, per uno strano paradosso, sarà ora costretta a sborsare somme più esose. "I numeri parlano chiaro - spiega Maida - La maggior parte delle nostre donne incinte va a partorire fuori provincia. Un esempio? Ecco: nel 2012, a Gela hanno partorito soltanto 52 mamme niscemesi, mentre altre 205 sono andate a dare alla luce i loro figli in ospedali di altre province, con un aggravio considerevole di spesa per la nostra Asp". Maida inoltre contesta le recenti dichiarazioni del direttore sanitario del Basarocco, Franco Bennici, secondo cui la soppressione dell'ambulatorio ostetrico sarebbe stato previsto dal decreto Borsellino. "In quell'atto assessoriale - afferma Maida - che sanciva la chiusura dei reparti di Ostetricia e di Pediatria del Basarocco, non c'è una virgola che si riferisca anche alla soppressione dell'attività ambulatoriale. Faccio pertanto appello all'assessore Borsellino perché renda giustizia alla comunità niscemese, condannata a subire l'ennesimo scippo sanitario, grazie anche ai nostri rappresentanti politici, che di fronte a una simile situazione si dimostrano sordi e ciechi".

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