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Ciancimino: "Mai calunniato De Gennaro"

PALERMO. Si è tenuta innanzi al giudice monocratico di Caltanissetta la seconda udienza per la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di Massimo Ciancimino, avanzata dalla procura nissena per calunnia aggravata nei confronti dell'ex capo della Polizia Gianni De Gennaro e dello 007 Lorenzo Narracci. Tramite i legali Roberto D'Agostino e Francesca Russo, Ciancimino ha chiesto e ottenuto, di essere ascoltato dal Gup «per essere sottoposto a interrogatorio di tutte le parti in causa», convinto di «non avere mai pensato, da quando sono stato chiamato a testimoniare su fatti e personaggi legati alla trattativa, che gli stessi fossero estranei alla vicenda».
In una nota Ciancimino rivendica «la totale mancanza di dolo nel chiamare in causa i due funzionari; poteri affrontare qualsiasi esame in merito, dalla macchina della verità a tortura
compresa, non ho mai calunniato nessuno. Non accuserei mai nessuno sapendolo innocente, io stesso ho fornito il materiale che oggi mi vede anche imputato nello stesso processo sulla trattativa in corso innanzi la Corte d'assise di Palermo. La verità non deve conoscere ostacoli».
«Chi sostiene che le 'menti raffinatissimè evocate da Giovanni Falcone, o la frase pronunziata dal giudice Paolo Borsellino al ritorno dal suo viaggio Roma ('Ho visto con i miei occhi il volto della mafià) fossero un piano messo a punto dal solo Riina, o insieme a Provenzano, non vuole la verità. Non sono pazzo ('solo un pazzo o un deficiente poteva accusare De Gennaro, parole pronunziate da tanti ), ho sempre saputo a cosa andavo incontro e cosa mi sarebbe capitato»

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