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Rebus coperture, slitta il voto alla Finanziaria

Il nodo è legato a 111 milioni di uscite per coprire parte delle spese dedicate a precari, Comuni, forestali ed enti regionali. Le somme potrebbero sbloccarsi dopo il giudizio della corte dei conti. l’esame all’ars tra l’8 e l’11 luglio

PALERMO. La Finanziaria ter trova subito un macigno sul proprio percorso parlamentare. E così, già fallito nei fatti il traguardo dell’approvazione entro il 2 luglio, il varo potrebbe slittare di alcune settimane nella migliore delle ipotesi. C’è infatti un dubbio sulla copertura di spese che valgono almeno 111 milioni.
Come la cancellazione della norma taglia stipendi, anche i dubbi sulla copertura finanziaria nascono dall’esame preliminare che i tecnici dell’Ars hanno effettuato sui 52 articoli che compongono il disegno di legge della giunta. Il problema nasce dal fatto che - spiegano i tecnici del presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone - la Finanziaria ter si configura come un assestamento del bilancio 2014. E in quest’ottica la manovra non può prescindere dal cosiddetto rendiconto sul bilancio 2013, che non c’è ancora e non può esserci prima del 3 luglio. Data in cui il bilancio dell’anno scorso verrà promosso o bocciato dalla Corte dei Conti nel giudizio di parifica. Se l’esito dell’esame sarà positivo, il governo può far approvare all’Ars il rendiconto 2013 e liberare così risorse sulla manovra 2014.
Se la Corte chiedesse misure correttive, queste influenzerebbero la Finanziaria, perchè il governo ha deciso di spalmare su più anni invece che uno il disavanzo prevedibile del 2013, evitando così di destinare 111 milioni alla copertura del deficit stimato. Ma l’esatta quantificazione di tutto ciò si può avere, appunto, solo dopo il rendiconto ufficiale. Il testo del governo prevede invece di sfruttare subito i 111 milioni per coprire parte delle spese destinate a precari, Comuni, forestali, enti regionali e contributi a pioggia.
Crocetta non si dice preoccupato, per stringere i tempi potrebbe portare contestualmente in aula il rendiconto 2013 e la manovra correttiva 2014 e farli approvare insieme. E in ogni caso l’obiettivo di approvare la manovra entro il 2 luglio era già irraggiungibile perchè la commissione Bilancio, come ha annunciato il presidente Nino Dina (Udc), non può completare il suo esame prima di venerdì. Dunque a cascata slitta anche l’esame dell’Ars che verosimilmente avverrà fra l’8 e l’11 luglio: a quel punto i 560 milioni investiti potranno essere realmente spendibili a fine mese.
Ma ai fedelissimi Ardizzone ha anche sottolineato che il governo punta tutto su 518 milioni frutto di un accordo con lo Roma di cui non è ancora stato inviato all’Ars alcun documento ufficiale.
Politicamente Crocetta è però costretto a registrare i già tanti intoppi nel cammino di una manovra che, nata per sbloccare semplicemente le misure impugnate a gennaio dal Commissario dello Stato, sta già spaccando i partiti e aprendo un conflitto istituzionale fra governo e Parlamento.

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