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Richiamo del Papa in Calabria, don Ciotti: "Chiusa l'epoca dell'ambiguità della chiesa con la mafia"

ROMA. «È proprio il richiamo del Papa a suonare come sprone per la stessa Chiesa affinchè non sia tiepida bensì coraggiosa», «nessuno deve dimenticare il comportamento anche eroico di tanta gente di Chiesa. Ma, insieme, occorre riconoscere che ci sono state, e ci sono, anche tante fragilità, zone d'ombra». Così, intervistato da Repubblica, don Luigi Ciotti commenta le parole del Papa contro mafia e 'ndrangheta. Papa Francesco, aggiunge in un'intervista ad Avvenire, «ha chiarito che la mafia non ha nulla di cristiano». Ora, dice al Secolo XIX, «non dobbiamo lasciarlo solo. Il Papa indica e chiede a tutta la comunità cristiana da che parte stare. Il Vangelo invita a parlare chiaro, che è il contrario dell'ipocrisia». A don Luigi Ciotti fa eco il procuratore di Reggio Calabria, Federico Cafiero de Rao, che al Messaggero dice: «La 'ndrangheta usa la religione come potere, desidera acquisire consenso e rappresentarsi inserita in tutte le istituzioni, anche nella chiesa». Le parole del Papa sono «importantissime, perchè possono imporre ai sacerdoti che operano nel territorio una regola diversa da quella che finora hanno osservato. Spesso i parroci accettano i mafiosi per le cospicue donazioni e perchè gestiscono potere e consenso».

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