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«Carte clonate», coppia alla sbarra a Caltanissetta

CALTANISSETTA. La truffa corre sempre su internet. Secondo un cliché che, soprattutto nel recente passato, ha subito una più che preoccupante impennata. Assumendo i contorni di una fenomenologia che si è diffusa, di pari passo, con il forte radicamento di internet. Lo scenario di questa vicenda finita al centro di un'inchiesta ricalcano, per linee generali, quelli di tante altre storie analoghe. Fatte di furti d'identità e operazione di hackeraggio. Ed è il quadro complessivo che ha trascinato al centro di un dossier una coppia che, ieri, ha tirato un sospiro di sollievo. Perché il raggirato, a sorpresa, ieri è tornato sui suoi passi ritirando la querela presentata a loro carico. Quella che ha fatto piombare nell'occhio del ciclone i nomi di due sospetti pirati informatici, la quarantanovenne Carmela P.(assistita dall'avvocato Giuseppe Panepinto) e il sessantaseienne Giuseppe S. (difeso dall'avvocato Claudio Testa). Frode informatica in concorso l'ipotesi accusatoria contestata a loro carico dal sostituto procuratore, Santo Di Stefano. A farne le spese è stato un quarantottenne Massimo M. che avrebbe finito per rimetterci un po' di quattrini. Sì, perché è dal suo conto che i due avrebbero prelevato per stornare su una carta di credito prepagata.Questo quanto l'accusa avrebbe poi rilevato. La vicenda è racchiusa in un lasso di tempo di poco inferiore ai due mesi. Tra giugno e luglio di quattro anni addietro. È in questo intervallo che sarebbero state messe a segno le operazioni "incriminate". Quelle con cui sarebbero stati attinti quattrini dal conto del malcapitato. E nel dettaglio poi ricostruito dagli inquirenti sono emerse quattro operazioni di prelievo non autorizzate. Truffe, in sostanza, con carte di credito che si tradurrebbero in frode attraverso l'utilizzo di strumenti informatici. Il primo furto telematico risale al 3 giugno di quattro anni fa quando sono stati prelevati 190 dal conto del malcapitato e caricati su una carta paypal intestata alla donna. La medesima operazione s'è ripetuta il primo luglio successivo, questa volta per un importo di 230 euro. Stessa scena il 13 luglio dopo ma con una appropriazione di 290. Ultimo colpo della serie, quello messo a segno il 26 luglio successivo, ancora attingendo al conto della vittima e ricaricando sempre la carte della donna, in questa circostanza per un importo di 250 euro. Alla fine la conta dei danni è stata quantificata in novecentosessanta euro. A tanto ammonta il "buco" complessivo nei conti del malcapitato. I quattrini, attraverso internet venivano prelevati, utilizzando un conto paypal, sulla base degli estremi di una carta di credito dello stesso derubato che si appoggiava ad un conto corrente bancario. Così avrebbero prelevato dal suo conto e riversato sulla carta prepagata paypal intestata alla donna. Nel momento in cui sono emersi quei pagamenti che il titolare della "card" non aveva mai effettuato, è venuto a galla l'imbroglio. E dopo la denuncia le indagini degli esperti si sono poi catalizzate su marito e moglie. Lui, peraltro, non sarebbe nuovo a grattacapi giudiziari. Da qui, a carico dei due, l'ipotesi di frode informatica. Ma la vittima, ieri, tornando sui suoi passi perchè la banca lo ha risarcito, ha spalancato per la coppia la strada del "proscioglimento".

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