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Ars, i 5 deputati cambiano nome al "Megafono" e Crocetta li "ripudia"

PALERMO. Da «Megafono-Lista Crocetta» a «Territorio e socialismo», una scelta quella di cambiare nome al gruppo parlamentare dell'Assemblea siciliana compiuta dai cinque deputati eletti nel listino di Rosario Crocetta, che non è piaciuta al governatore: «Per quanto mi riguarda - dice - possono andare all'opposizione».  Uno strappo che era nell'aria da mesi, per l'insofferenza dei deputati che hanno cercato di convincere Crocetta, anima e ispiratore del Movimento, a strutturare il Megafono, chiedendo la stesura di uno statuto e la costituzione di organismi dirigenziali. Progetto contrastato dal governatore, da qui la scelta dei parlamentari, dopo l'ultimo faccia a faccia di due giorni fa, di sciogliere il Megafono all'Ars e di creare il nuovo gruppo parlamentare «Territorio e socialismo»: al momento i cinque deputati confermano il proprio sostegno al governo. Ma il governatore, che parla di «golpe», mostra serenità: «Ho evitato che la burocrazia si impadronisse del Megafono, che rimane un movimento d'opinione come i big bang di Renzi, ora più che mai animato dai giovani che hanno entusiasmo e non pensano al potere e a incarichi di sottogoverno».
Lo «strappo» riguarda i deputati regionali Giovanni Di Giacinto, Nino Oddo, Nello Dipasquale, Giambattista Coltraro e Antonio Malafarina.    
«Non riesco a capire il motivo per cui sono andati via - ha detto Crocetta - Il Megafono non è una struttura burocratica di persone che diventano deputati e impongono la loro leadership. È fatto da cittadini liberi che liberamente aderiscono. Sicuramente quello che hanno fatto non è un atto di rinnovamento della politica ma mi sembra vecchia politica, una prassi di questo Parlamento che dura da decenni».

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