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Yara, polemica tra la Procura di Bergamo e il ministro Alfano sulla diffusione di notizie

MILANO. «Era intenzione della Procura mantenere il massimo riserbo» sul fermo di Massimo Giuseppe Bossetti, fermato ieri per l'omicidio di Yara Gambirasio. «Questo - ha spiegato il procuratore Francesco Dettori - anche a tutela dell'indagato in relazione al quale, secondo la Costituzione, esiste la presunzione di innocenza».
Il procuratore di Bergamo ha aggiunto che «il fermo avrà il consueto iter di tutti gli
altri». Gli atti saranno quindi trasmessi entro 48 ore dall'esecuzione del fermo al gip che ne avrà altre 48 per fissare l'udienza e decidere sulla convalida del fermo.
«Io non ho dato alcun dettaglio»: piuttosto la Procura di Bergamo «dovrebbe chiedersi chi ha
inondato i mass media di una quantità infinita di informazioni e dettagli». Così il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, replica al procuratore di Bergamo, aggiungendo che «l'opinione
pubblica aveva comunque diritto di sapere».
«In un giorno di grandi successi occorre evitare polemiche e non sarò io ad alimentarle», dice Alfano rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano un commento alle parole del procuratore di Bergamo, Francesco Dettori, che questa mattina ha sottolineato che avrebbe voluto sull'intera vicenda «massimo riserbo».
«Non credo che il procuratore ce l'avesse con me, in quanto non ho dato nessun dettaglio - ribadisce il ministro - piuttosto si dovrebbe chiedere chi ha inondato i mass media di una
quantità infinita di informazioni e dettagli. E certamente non è stato il governo».
In ogni caso, sottolinea il titolare del Viminale, «l'opinione pubblica aveva comunque il diritto di sapere e ha saputo. Questo è un elemento rassicurante perchè i cittadini devono sapere che in Italia chi delinque va in galera».

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