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Rito della Luce, il ponte verso la spiritualità

Verranno coinvolti poeti, musicisti, danzatori, assieme agli studenti e agli artisti del territorio. La creazione di un’Accademia. Si rinnova anche quest’anno l’appuntamento alla Piramide 38° parallelo promosso da Fiumara d’arte. E Antonio Presti punta sui giovani

PALERMO. È una rassicurante ripetizione di norme codificate, il rito. E la luce è il superamento dell'oscurità. O dell'oscurantismo. Ogni anno tornano insieme - all'ombra della Piramide - 38° Parallelo di Mauro Staccioli, a Motta d'Affermo, che riapre il 21 e il 22 giugno, quando il sole è allo zenit - per il «Rito della Luce», nato da un'idea di Antonio Presti, presidente della Fondazione Fiumara d'Arte. Per Presti, predicatore di bellezza e conoscenza, il Rito e tutto quello che gli ruota attorno - danzatori, musicisti, poeti - è lì ancora una volta, per stupirci. Lo spiega a modo suo: «Quest'anno - dice - nel giorno del solstizio d'estate vedremo sorgere e tramontare il sole dallo stesso punto: anche il Rito seguirà il ciclo della luce, del sole. Nutrendosi di quella luce circolare, il Rito entrerà in rapporto con la luce universale, per elevarsi con la purezza di un bambino che guarda meravigliato verso l'alto».
Il prossimo weekend si potrà trascorrere sparpagliati tra l'Atelier sul Mare a Castel di Tusa - dove fino al 14 settembre è possibile visitare la mostra di Giovanni Pepi, Luce e segni, scatti «rubati» alle stanze d'arte - e la Piramide, uno dei simboli di Fiumara d'Arte. Anche quest'anno verranno coinvolti poeti, musicisti, danzatori, assieme agli studenti e agli artisti del territorio. Il 22, giorno clou, il sorgere del sole e il suo tramonto verranno accompagnati da letture di poesie, danza, musica e performance. Vade retro consumismo, vade retro globalizzazione, venite avanti bellezza, luce, conoscenza. E utopia: «Se penso al Rito nel futuro, immagino le nuove generazioni scegliere la cultura e il pensiero come nutrimento e i giovani del territorio, cresciuti ed educati alla Bellezza, fare del “Rito della Luce” un'esperienza da rinnovare ogni anno. Un dono compiuto che diventa proprietà etica, spirituale ed emozionale di tutte le generazioni future. La cultura e il sapere devono tornare a essere strumenti di libertà e di democrazia».
Ancora Presti e il suo credo: «Qui non c'è da comprare o da vendere nulla. L'unica offerta è alzare gli occhi verso il cielo. Noi non siamo pecore che a testa bassa mangiano quello che trovano. Siamo uomini e donne che a testa alta cercano di riconnettersi».
È di questi giorni la notizia della firma di un protocollo d'intesa tra la Fondazione Fiumara d'Arte, la Provincia regionale di Messina e il Comune di Santo Stefano di Camastra per la creazione di una Accademia. «L'unico modo - spiega Presti - per garantire continuità alla Fondazione è quello di legarla all'educazione delle nuove generazioni. Due sono i pericoli che quella che è la mia storia corre: l'istituzionalizzazione delle opere, che allontanerebbe il contatto diretto e imprescindibile con la contemporaneità, e l'oblio. Alla storia contrastata della nascita delle opere della Fiumara d'Arte potrebbe seguire la loro distruzione per mancanza di manutenzione ordinaria, conservazione e fruizione nel tempo: l'Accademia sarà chiamata ad assolvere a questo importante compito».

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