CITTA' DEL VATICANO. In un luogo neutro, in cui tutti possano ritrovarsi, lo storico incontro del Papa con il presidente israeliano Shimon Peres, quello palestinese Abu Mazen e il patriarca di Costantinopoli Bartolomeo, per una comune invocazione per la pace in Medio Oriente. In un momento in cui i negoziati israelo-palestinesi ristagnano, l'iniziativa di Bergoglio punta sulla forza della preghiera come capacità di affratellare le fedi e rilancia il processo di pace. L'incontro nei Giardini vaticani, all'aperto, in un lungo in un certo senso neutro. E si svolge in tre tempi, ognuno dedicato alla preghiera di una delle comunità religiose, in ordine cronologico: Ebraica, Cristiana, Musulmana.
"Spero che questo incontro sia l'inizio di un cammino nuovo alla ricerca di ciò che unisce, per superare ciò che divide", ha detto il Papa ai presidenti di Israele e Palestina. "Per fare la pace - ha detto anche il pontefice - ci vuole coraggio, molto di più che per fare la guerra. Ci vuole coraggio per dire sì all'incontro e no allo scontro; sì al dialogo e no alla violenza; sì al negoziato e no alle ostilità; sì al rispetto dei patti e no alle provocazioni; sì alla sincerità e no alla doppiezza". "Oggi chiedo a tutte le persone di buona volontà di unirsi a noi nella preghiera per la pace in Medio Oriente. #weprayforpeace", scrive papa Francesco in un tweet lanciato prima dell'incontro di questo pomeriggio in Vaticano per l'invocazione di pace con i presidenti di Israele e Palestina, Shimon Peres e Abu Mazen
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