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Caltanissetta: libici ricercati acciuffati al centro profughi

CALTANISSETTA. Ricercati in ambito nazionale per provvedimenti spiccati da due diverse procure, due cittadini libici era finiti non si sa come al centro d'accoglienza di Pian del Lago, uno al Cie l'altro al Cara. Ed è proprio lì, dopo essere stati "smascherati", che sono stati arrestati dalla sezione antirapina della Squadra Mobile. Si è accertato che uno dei due, Ahmed Mustafa trentaseienne, si muoveva con estrema disinvoltura sul territorio italiano utilizzando svariati alias che impedivano l'effettivo riconoscimento. Arrivato nel capoluogo nisseno aveva ottenuto ospitalità al Cara (centro accoglienza richiedenti asilo) ed aveva avuto pure l'audacia di richiedere il permesso di soggiorno all'ufficio immigrazione sotto un altro nominativo. Si trattava dell'ennesimo espediente per sfuggire alle verifiche. Al momento dell'istruzione della pratica aministrativa i poliziotti rilevavano diverse anomalie e in poco tempo accertavano che lo straniero era destinatario di una misura restrittiva spiccata dalla Procura di Agrigento. Il libico è stato ritenuto responsabile della commissione di reati concernenti il favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Ahmed Mustafa, a conclusione di specifici servizi investigativi, mercoledì pomeriggio è stato bloccato dagli uomini della Mobile all'interno del campo ancora in possesso della documentazione relativa al permesso di soggiorno che aveva richiesto. Ha nominato difensore di fiducia l'avvocato Michele Profeta. L'altro arrestato è il ventottenne Abdella Mohamed Trabolsy, pure di nazionalità libica che si trovava trattenuto da giorni al Cie (Centro identificazione ed espulsione). Gli accertamenti di rito facevano rilevare che l'uomo, oltre ad utilizzare svariati alias, era stato colpito da un provvedimento di cattura emesso dalla Procura Generale presso la Corte d'Appello di Genova per un cumulo di pene relativo alla commissione di vari reati, tra cui il traffico di sostanze stupefacenti. Trabolsy era riuscito varie volte a sfuggire alla giustizia ma la sua corsa si è fermata giovedì con l'arresto. Il libico ha nominato difensore di fiducia l'avvocato Luisa Maria Calabrese.

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