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Il governo: «Subito il decreto anti-corruzione»

Lo scandalo di Venezia scuote l’esecutivo, il premier renzi propone il daspo per i politici che prendono tangenti. Il Consiglio dei ministri pronto a rafforzare i poteri dell’Autorità presieduta da Cantone, previste pure nuove norme sugli appalti

PALERMO. Più poteri all'Autorità Anticorruzione, presieduta dal magistrato Raffaele Cantone, tramite un decreto legge, forse già nel Consiglio dei ministri di oggi e comunque nei prossimi giorni, e poi un nuovo testo di legge Anticorruzione che il governo depositerà in Senato la prossima settimana. Reagisce con decisione l'esecutivo all'inchiesta sul Mose di Venezia, il nuovo scandalo di tangenti sulle grandi opere, che segue quell dell'Expo di Milano, mentre il premier Matteo Renzi, propone un «Daspo» (sospensione a vita, come per i tifosi violenti allo stadio), per i politici corrotti.

Renzi: Daspo anche per i politici
«Non è possibile che chi viene condannato per corruzione dopo 20 anni possa tornare ad occuparsi della cosa pubblica. È per questo che io ho proposto il Daspo per i politici. Un politico che viene indagato per corruzione lo indagherei per alto tradimento, perché chi prende delle tangenti tradisce il mandato sul quale aveva giurato». Così ieri il premier parlando dell'inchiesta sul Mose a proposito del quale ha ribadito che «il problema della corruzione non sono le regole, che ci sono, ma le regole che non si rispettano. Poi – ha aggiunto - sta a noi fare di tutto per intervenire con ancora maggiore forza e interverremo nelle prossime ore e giorni sul tema degli appalti pubblici e dell'Autorità Anticorruzione».

Cantone: servono nuove regole
A chiedere nuove norme, non solo per l'Autorità che presiede, ma anche per gli appalti è lo stesso Cantone, per il quale «c'è un problema sulla legge per gli appalti, non è adeguata e va cambiata. Opere fatte con deroghe finiscono quasi sempre con fatti di corruzione. C'è una legge inadeguata a gestire le grandi opere. C'è troppo formalismo per le piccole amministrazioni e un difetto per le grandi». «Bisogna – ha aggiunto - migliorare le qualità ispettive, ampliare il potere sanzionatorio e consentire all'Autorità anticorruzione di essere più efficiente nei controlli». Cantone ha sottolineato che la legge Severino contro la corruzione «prevede una clausola nei contratti che consente la revoca se si verifica un fatto di corruzione. È uno strumento utilissimo che già esiste e che mi auguro che venga applicata». Il magistrato ha anche ipotizzato il commissariamento delle imprese delle grandi opere coinvolte in indagini su tangenti e affermato che l'inchiesta sul Mose è ancora più grave di quella sull'Expo.

Più poteri all'Autorità
Il Consiglio dei ministri varerà in tempi strettissimi un decreto legge per rafforzare i poteri dell'Autorità Anticorruzione. Lo ha confermato ieri il sottosegretario alla Giustizia, Cosimo Ferri: «È importante che l'Autorità abbia accesso ai dati e che possa acquisire i documenti per verificare da chi è composto un consorzio d'impresa. Occorre riportare al centro la prevenzione e i poteri di controllo dell'Autorità che però, non può sostituirsi alla magistratura». In particolare, il decreto dovrebbe dare più poteri ispettivi a Cantone, così da controllare i bandi di gara, partecipare alle commissioni di gara e verificare, negli appalti già in corso, eventuali maggiorazioni di spesa. L'Autorità non avrà però un potere di revoca degli appalti, che Cantone aveva indicato come «uno dei temi da affrontare». Avrà però poteri sanzionatori, con cui punire, tramite multe, chi non rispetta le regole di trasparenza.

Nuova legge anticorruzione
Oltre al decreto, il governo sta preparando nuove norme sugli appalti e modifiche alla legge Severino contro la corruzione, che presenterà al Senato la prossima settimana. L'esecutivo ha infatti chiesto alla Commissione giustizia di Palazzo Madama di sospendere per qualche giorno i lavori sulle altre proposte in merito, in quanto sta per presentare un proprio testo anticorruzione, nel quale ci saranno nuove norme penali sul falso in bilancio, per il reato di autoriciclaggio e modifiche ai tempi di prescrizione sui reati di corruzione, come ha confermato ieri sera il ministro della Giustizia, Andrea Orlando.



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