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Mondiali, Lippi sponsorizza Pepito Rossi: "Tifo per lui"

COVERCIANO. Tutti nella vita si sono pentiti di almeno una decisione. Anche Marcello Lippi. A una settimana dalla partenza per il Brasile, la nazionale azzurra riceve una gradita visita di in bocca al lupo. Il ct campione del mondo nel 2006 resta nella memoria di tanti, dai magazzinieri a Buffon e Pirlo. E anche in quella di Giuseppe Rossi, 'tagliato' dalla spedizione per l'altro Mondiale - quello del 2010 - a poche ore dalla scelta dei 23.
Anche quella volta Pepito era in lizza in un gruppo allargato. E Lippi lo mise tra i 5 esclusi. «Io tifo per tutti gli azzurri, ma per lui tifo un pò di più - il riconoscimento di Lippi, seguito da un'ammissione non da poco - Ho parlato con Giuseppe e glielo detto: l'unica decisione di cui mi pento, nella mia avventura azzurra, è non averlo portato al Mondiale in Sudafrica». Parole che fanno da contraltare a quelle su un altro incrocio particolare per Lippi, con Balotelli e Cassano: «Non entro in certi argomenti - ha tagliato corto a  proposito dei due attaccanti che non prese in considerazione nella sua ultima gestione - Ho salutato tutti, ho salutato anche loro».
Rossi in Brasile: ci spera Prandelli, ci sperano quei tifosi che l'hanno seguito in questi mesi nel recupero dall'infortunio, controcorrente. Ci sperano i compagni come Riccardo Montolivo: «A Giuseppe auguro ogni bene possibile e che sia il suo mondiale. Che lui sia la sorpresa di questa competizione. Glielo auguro perchè è un ragazzo che merita anche se ovviamente le scelte dipendono sempre da Prandelli».
Un Mondiale in Brasile pieno d'insidie per tutte le nazionali; e per la vittoria finale Marcello Lippi fa il suo pronostico. «Mi frulla il nome della Germania, ma attenzione al Brasile. Per l'Italia sarà fondamentale avere una ottima condizione fisica e l'augurio è che ci sia quel pizzico di fortuna, anche negli incroci - dice l'ex ct azzurro -. È evidente che se nei quarti trovi l'Australia o la Croazia non è la stessa cosa di incontrare Brasile o Argentina». Ancora sul'Italia: «Non so è una Italia Balotelli-dipendente, sono cose di cui preferisco non parlare. Ho trovato un Prandelli molto motivato. Il momento più difficile del Mondiale? L'esordio. L'esordio è sempre difficile ma secondo me l'Italia è più forte dell'Inghilterra». E se questo Mondiale Marcello Lippi lo vivrà da 'spettatore', quello del 2018 potrebbe vederlo protagonista su una panchina di qualche nazionale: «Adesso ho venti giorni di vacanza e un altro anno in Cina da allenatore, poi vedremo. Quello che è stato il mio percorso da professionista nel calcio italiano è finito da tempo. Ho detto mille volte che non farò più l'allenatore in Italia e quando finirò di fare l'allenatore di club in Cina di sicuro non farà più l'allenatore di squadre di club neanche se arrivasse chissà quale società al mondo. Magari una nazionale, quella si».
Infine, su Pippo Inzaghi, probabile prossimo allenatore del Milan: «Con lui sarebbero 21 i giocatori che ho avuto e poi sono diventati allenatori - ricorda Lippi -. Se riuscirà a coniugare il suo modo di fare, di prepararsi, di curare i particolari alla sua esperienza diventare sicuramente un allenatore di successo».
Amara la confessione finale: «Gli episodi della finale di Coppa Italia? Non si può rovinare tutto così. Io due anni fa ho scelto di andare in Cina anche per uscire da questo tipo di calcio».

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