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Verso i Mondiali, Bonucci: «L’italia come la Juve, vince in difesa»

FIRENZE.  78 gol fatti e 54 subiti in 51 partite: sono i numeri di Cesare Prandelli alla guida di una Nazionale che nel corso della sua gestione punta a confermarsi solida e affidabile in difesa, ordinata a centrocampo e incisiva in attacco, ma anche e soprattutto camaleontica nel modo di stare in campo. Ovvero un'Italia capace di cambiare pelle durante i 90', per disorientare gli avversari ed essere sempre meno prevedibile.    
«Siamo tutti contenti del rinnovo di Prandelli perchè insieme al suo ha fatto un grandissimo lavoro di crescita riuscendo a mettere a disposizione un'idea, quella che serve quando il tempo per lavorare è poco» - afferma Leonardo Bonucci difensore della Juve e della Nazionale. Gli azzurri agli Europei 2012 dove arrivarono secondi subirono 7 reti in sei partite (ben 4 in un'unica gara, la finale con la Spagna) uscendo con la porta inviolata contro Irlanda e Inghilterra. Nella Confederations Cup 2013, dove l'Italia si classificò al terzo posto, i gol incassati furono 10 in cinque partite con Buffon rimasto imbattuto contro la Spagna (0-0). Fra gli obiettivi di Prandelli in vista del Mondiale c'è quello di curare e affinare il più possibile la fase difensiva. Perchè, come ha ricordato sempre Bonucci, «con la miglior difesa di solito vince - ha detto - Prandelli vuole un'Italia propositiva ma che sia prima ancora un blocco unico nelle due fasi, difensiva e offensiva. Proprio come la Juve che subisce poco perchè c'è continua collaborazione fra i reparti. E se qualcuno pensa che io e miei compagni di squadra, per aver giocato molto nell'ultima stagione, rischiamo di essere un pò spremuti, sappia che l'idea di affrontare un Mondiale trasmette grandi energie».  Dunque un'Italia blindata, pronta («Siamo un gruppo solido e anche i nuovi si sono già inseriti») ma pure capace di giocare con più moduli come ha spiegato ieri il ct: «In effetti stiamo provando molto - ha confermato il centrale bianconero - finora abbiamo dimostrato di essere una Nazionale che ha una sua precisa idea di gioco ma che sa adattarsi alle avversarie. D'altronde più che i numeri contano gli interpreti. E se qui non ci sono un Thiago Silva o un David Luiz appena pagato 50 milioni di euro, c'è comunque un'Italia che ha dimostrato di saper fare una fase difensiva importante che non a caso ci ha portato alla finale europea del 2012».

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