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Ex Cefop, a rischio l’avvio dei corsi: tremano 400 lavoratori

PALERMO. A due mesi e mezzo dalla richiesta, il parere dell’Avvocatura dello Stato non arriva. Così sono a rischio le attività del Cerf, l’ente che ha rilevato i corsi del Cefop, il più grande ente di formazione siciliana finito in disgrazia. In bilico restano 400 lavoratori e 2.500 allievi che attendono solo l’avvio delle lezioni. Il ministero dello Sviluppo economico ha convocato per domani sindacati, Regione e commissari straordinari: “Siamo alla resa dei conti – dice Giovanni Migliore della Cisl – è ora che ci dicano cosa succede”. Il parere chiesto il 9 marzo scorso dalla dirigente generale del dipartimento della Formazione, Anna Rosa Corsello, riguarda proprio la compravendita del Cefop: l’amministrazione vuole chiare se sia stato legittimo trasferire anche i 16 milioni di finanziamenti per realizzare i corsi. Una delibera della giunta regionale dello scorso anno ha stabilito infatti che nelle cessioni di rami di azienda non possono rientrare le attività formative. La questione al momento ha congelato l’avvio dei corsi. “Abbiamo predisposto tutto – dice Paolo Genco dell’Anfe, uno dei soci della cordata che ha rilevato il Cefop – abbiamo pure assunto una decina di lavoratori per predisporre le attività propedeutiche per iniziare le lezioni. Con l’estate alle porte rischiamo pure di dover aprire per due mesi e poi sospendere le attività. Senza il via libera ai finanziamenti i danni sarebbero ingenti”. E per il sindacato Snals gli allievi temono la beffa: “Sono in attesa di svolgere gli esami dato che hanno completato il loro percorso di formazione professionale al Cefop, altrimenti non potranno ricevere la qualifica professionale utile per l'inserimento nel mercato del lavoro”.

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