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Mille e un modo per rendere l’idea di donna

A Palazzo Ziino resta aperta fino al 6 giugno «Domina 23», una collettiva sul tema del femminile declinato attraverso sculture, fotografie e installazioni

PALERMO. Ci sono donne con la testa dentro le sedie, col pancione, con le radici che vanno per aria ma tutte sono vincenti: c'è stato una volta e c'è il dolore della violenza sulle donne, ma per ipotesi è un reperto superato e oggi si andrebbe verso la potenza del femminile e verso l'autorità dominante della bellezza. Non piange ed è positivo il messaggio della mostra Domina 23 a Palazzo Ziino: le donne vincono, stanno vincendo. E vedono il loro simbolo nella signora andro-chic che sta in mezzo alla sala ed è fotografata da un uomo che si firma donna (Patty Owens alias Francesco Paolo Catalano): mantello autorevole e labbra rosse di una boss forse dell'editoria elettronica, forse una manager di ramo primario che non ha bisogno di vestire Prada: è lei la vincente firmata da un uomo e il titolo della foto è Domina.
«Madonne, signore, donne», le indica così la curatrice della mostra Laura Francesca Di Trapani, «raccontiamo di una femminilità dominante, in uno spazio in cui si rappresenta la varietà di concetti da donna-musa a donna-interprete, e in cui si indaga l'identità della persona lasciando fuori ogni pregiudizio sessuale oggi sepolto con la morte di un femminismo che è stato».
E sono tutte qui a Palazzo Ziino, nella mostra collettiva sul femminile dominante organizzata da StupendaMente (l'associazione per lo studio e la divulgazione del sapere psichiatrico) fino al 6 giugno (lunedì-sabato dalle 9,30 alle 18,30). Sponsorizzata dal Comune di Palermo, con l'assessore alla Cultura Francesco Giambrone e il direttore dell'area Cultura Eliana Calandra, introdotta dal presidente di StupendaMente Marcello Alessandro.
Donne e signore qui «per sfatare clichè che dominano il loro tempo»: foto, installazioni, sculture, pitture, le opere di Desideria Burgio, Rita Casdia, Anne Clemence de Grolèe (un'installazione del 1996 realizzata a Fiumara d'arte), Manuela Di Pisa che ha ideato la grafica di Domina 23 e il suo logo con maschere del Beato Angelico su una scultura di Civiletti che appartiene alla gipsoteca di Palazzo Ziino. E poi Martina Di Trapani, Michela Forte, Claudia Gambadoro, Valentina Glorioso, Alice Grassi, Loredana Grasso, Giovanna Marasca, Patty Owens, Rori Palazzo, Sara Palmieri, Grazia Pernice, Noemi Priolo, Sam Punzina, Linda Randazzo, Stefania Romano, Erika Venturella, Angela Viola, Marjolein Wortmann, Stefania Zocco. E Laura Francesca Di Trapani le elenca con le loro opere, «immagini per narrare e riflettere sull'idea del femminile. Non c'è alcun divario fra i generi ma semmai, partendo da una differenza biologica, c'è la tessitura di un racconto da un punto di vista opposto, riconoscendo uno specifico modo di essere e di pensiero, superando una omologazione naturalmente inesistente».
Grandi spazi nelle sale di Palazzo Ziino per il femminile dominante oggi, «un susseguirsi di ritratti di dominatrici del loro tempo e del loro luogo che attraverso il loro lavoro in ogni campo escono dallo stereotipo». Dalla trave che rappresenta la difficoltà di comunicare collocata dalla giovane scultrice palermitana Noemi Priolo sopra due corpi senza testa di uomo e donna. Alla Romantica di Stefania Romano. Le foto sulla maternità in interni fotografici costruiti e quasi sognati di Rori Palazzo, la tripla riflessione di Desideria Burgio che in omaggio alla celebre fotografa statunitense Nadine Goldin fotografa una donna sdraiata sotto il dipinto di donna sdraiata.

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