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Formazione, in mille aspettano gli assegni

L’assessorato potenzia gli uffici: «Velocizziamo le verifiche sugli enti per far sì che i lavoratori abbiano ciò che gli spetta». Tante le proteste di dipendenti e allievi a Ditelo a Rgs

PALERMO. Lunedì sono arrivati da tutta la Sicilia per protestare davanti a Palazzo d'Orleans, sede del governo regionale. Ieri hanno fatto sentire nuovamente la loro voce a Ditelo a Rgs. Secondo le stime della Regione sono oltre un migliaio i dipendenti degli enti di formazione senza stipendio da mesi. I lavoratori chiedono l'immediato pagamento degli arretrati. Come l’agrigentina Liliana Taranto che in trasmissione ha gridato tutta la sua rabbia: «Rivendichiamo i nostri diritti. Siamo stanchi dei ritardi. Siamo senza prospettive. A casa senza sapere se torneremo a lavorare». Protestano anche gli allievi che hanno frequentato i corsi e che non hanno ancora ricevuto i soldi delle indennità di frequenza. Come Daniele Costa, allievo dell'ex Cefop aspetta assegni dal 2010». Gli enti rispondono ai lavoratori di aspettare i soldi dalla Regione. Mentre dall’assessorato regionale alla Formazione ribattono di aver pagato e spiegano che «sono stati potenziati gli uffici con una ventina di unità in più per velocizzare le verifiche sugli enti e fare in modo che lavoratori e studenti abbiano quanto spetta loro».
A Ditelo a Rgs hanno ribadito in passato di essere stati lasciati senza stipendio anche Giusy Clesceri di Piana degli Albanesi, moglie di un dipendente dell'ente di formazione Cefop, Paolo Catalano di Santa Ninfa, anche lui lavoratore Cefop, ha raccontato di avere anche scritto al presidente della Repubblica: «Sono disoccupato, licenziato? Non so niente. Il Capo dello Stato mi ha risposto dicendo che avrebbe chiesto chiarimenti alla Regione». E pure Simone Spanò, da Marsala ha chiesto chiarimenti sul Cefop: «Fermate tutto e fateci capire».
Sulla vicenda intervergono il vicepresidente nazionale di Conflavoro Giuseppe Pullara e il presidente regionale di Conflavoro Calogero Drago: «I corsi di formazione vanno promossi ascoltando il mondo delle piccole e medie imprese che rappresentano il volano per l’economia siciliana. Bisogna fare un patto tra istituzioni e imprese e puntare su turismo, cultura e innovazione su cui si possono muovere imprese manufatturiere, della distribuzione e ricettive». Antonino Inguaggiato e Sabina Cappuccio, presidenti di Conflavoro rispettivamente per le province di Palermo e di Catania, sottolineano: «Occorre individuare le figure professionali di cui hanno bisogno il mercato del lavoro e le aziende che devono essere coinvolte nei processi formativi».

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