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Stop alla Finanziaria, niente stipendi a 20 mila precari dei Comuni

Situazione paradossale all’esa: dovrà sospendere 470 trattoristi che sono stati assunti appena il mese scorso. Crocetta chiede con insistenza la convocazione straordinaria dell’Ars ma il presidente Giovanni Ardizzone non ha dato seguito alla proposta dando appuntamento per il 27 maggio

PALERMO. I Comuni non potranno pagare le rate dei mutui in scadenza e continueranno a non erogare gli stipendi ai 20 mila precari sotto contratto: lo stop alla Finanziaria bis deciso all’Ars si abbatte quindi anche sugli enti locali. Al punto che, in mancanza dei fondi promessi appena qualche giorno fa, il governo si è affrettato a posticipare il termine per l’approvazione dei bilanci 2014 da parte dei sindaci: scaduto a fine aprile, è stato nuovamente fissato a fine luglio. È l’estremo tentativo di evitare il default di centinaia di enti locali.
Il problema è sempre legato a quei 100 milioni che dovevano servire proprio a finanziare Comuni (80 milioni) e forestali (20). Il governo aveva pensato a un mutuo. Poi, intuito che il Commissario dello Stato avrebbe impugnato la manovra, l’assessore all’Economia Roberto Agnello ha optato per l’utilizzo di risparmi frutto della migliore organizzazione della sanità siciliana. Ed è su questo che, formalmente, è inciampato il governo: per centrodestra e area cuperliana del Pd questi risparmi non sono credibili nè eventualmente utilizzabili subito. Da qui il rinvio della manovra in commissione Bilancio e lo spostamento del voto in aula al 27 maggio.
Ma ora i sindaci alzano di nuovo la voce: «Dopo settimane di trattative - spiega Paolo Amenta, vice presidente dell’Anci - il governo ci aveva assicurato che avremmo avuto sia i finanziamenti arretrati del 2013 che quelli del 2014 e pure il 40 per cento di quanto stanziato per i precari quest’anno. Invece sono arrivati solo i fondi dell’anno scorso e tutto il resto si è fermato». A questo punto sale di nuovo la tensione fra l’Anci, guidata da Leoluca Orlando, e il governo Crocetta: «Non potremo pagare i precari, che già non prendono lo stipendio da gennaio. Nè potremo saldare le rate dei mutui che normalmente si pagano a maggio e che dovevamo coprire proprio con i fondi che sarebbero arrivati grazie al mutuo». E ora il timore è che la piazza non regga la tensione. I contrattisti aderenti al sindacato autonomo Movimento giovani lavoratori, guidato da Massimo Bontempo, hanno annunciato lo stato di agitazione che sfocerà in proteste nei giorni in cui l’Ars tornerà a esaminare la manovra.
L'iniezione di liquidità relativa agli arretrati del 2013 dovrebbe garantire nei Comuni almeno il pagamento degli stipendi ai dipendenti di ruolo ma, per l’Anci, torna lo spettro default e l’ipotesi di bloccare i servizi pubblici in attesa della Finanziaria.
La situazione è ancora più grave negli enti regionali. L’Esa, che attendeva quasi 7 milioni, dovrà sospendere i 470 trattoristi precari assunti il mese scorso con gli ultimi fondi disponibili: «Ma il problema - spiega il commissario Francesco Calanna - adesso riguarda i dipendenti di ruolo, che non possono essere licenziati ma non riceveranno lo stipendio. Per fortuna il personale sta mostrando grande senso di responsabilità intuendo le difficoltà politiche che stanno ostacolando la manovra del governo».
Baldo Gucciardi, capogruppo del Pd, segnala invece che il mancato finanziamento da 11 milioni e 724 mila euro ai consorzi di bonifica impedirà di arruolare almeno un migliaio di precari «e questo provocherà lo stop alla stagione irrigua». Mentre per i forestali, che attendevano 38 milioni per iniziare la stagione da 151 giornate e poi quella da 101, la scadenza per iniziare a lavorare è già saltata e solo lunedì, durante un vertice governo-sindacati, si conosceranno i tempi per la chiamata in servizio degli operai.
In questo clima continuano le polemiche, soprattutto all’interno della maggioranza. Crocetta chiede con insistenza la convocazione straordinaria dell’Ars ma il presidente Giovanni Ardizzone non ha dato seguito alla proposta dando appuntamento per il 27 maggio. Il presidente della commissione Bilancio, Nino Dina, ha invece convocato la nuova seduta preliminare per martedì e si andrà avanti almeno fino a giovedì: «Speriamo che i deputati non disertino la commissione per via della campagna elettorale» ha detto Dina. Che lancia anche una proposta: «A questo punto si potrebbe tornare a esaminare il disegno di legge proposto dall’ex assessore Bianchi, che valeva 300 milioni, invece di questo da 236 che rischia di perdere la parte destinata ai Comuni». Ma Giuseppe Lupo, leader dell’area Dem del Pd, avverte: «La priorità è pagare gli stipendi e dunque è più efficace questa legge da 236 milioni. Se poi si riuscisse miracolosamente a varare una manovra più ampia noi saremmo d’accordo, ma credo che servirebbe troppo tempo».

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