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Primo caldo, è tempo di tintarella Ma occhio ad esposizioni prolungate

La tendenza è essere già «dorati» prima di andare al mare, grazie alle lampade. I medici sconsigliano di sottoporsi a una doppia esposizione prima e dopo la spiaggia

PALERMO. In città, al parco, al mare... non dobbiamo sottovalutare le prime esposizioni al sole. Che precauzioni adottare e quali i prodotti da usare per salvarci la pelle? Nel tempo sempre più donne prestano attenzione anche ai piccoli cambiamenti che possono manifestarsi sulla pelle del viso, delle mani e del dècolletè. Alla prima macchiolina molte si rivolgono ad un dermatologo per capire cosa stia succedendo. Negli anni però i costumi sono cambiati: è diventato alla moda essere già abbronzati prima di andare al mare grazie alle lampade abbronzanti. I medici sconsigliano di sottoporsi a una doppia esposizione solare prima e dopo la spiaggia.
Il sole, da sempre, simbolo e fonte di vita, di per sé non è nostro nemico; la sua presenza crea benessere ed ottimismo. La pelle, sotto l’azione dei raggi solari, è in grado di produrre in adulti e bambini vitamina D fondamentale per la mineralizzazione delle ossa. «Il sole di per sé non è cattivo piuttosto è l’uso che se ne fa che può renderlo tale – spiega Santi Fiorella, dermatologo, professore a contratto, clinica dermatologica dell’Università degli Studi di Palermo -. Quello che deve guidare le persone, prima di esporsi al sole, è il buon senso. La foto-esposizione intensa e prolungata nel tempo può creare dei danni subito appariscenti come l’eritema e le ustioni, ma anche ritardati, non immediatamente visibili e per anni sottovalutati come il fotoinvecchiamento (rughe, macchie solari, assottigliamento della pelle, perdita dell’elasticità) e le lesioni della pelle».
I raggi del sole incontrando la nostra pelle operano un trasferimento di energia che viene assorbita da molecole come Dna, Rna e proteine. Quando i sistemi deputati alla riparazione dei danni molecolari, soprattutto a livello del Dna cellulare, non sono efficienti prende avvio la cancerogenesi. Le capacità difensive della pelle all’esposizione solare sono legate al tipo di pelle di ogni individuo. Infatti in soggetti che hanno pelle molto chiara, occhi azzurri o verdi, capelli rossi o biondi, che si scottano sempre e non si abbronzano mai o lo fanno raramente, la fotoesposizione è più dannosa rispetto ai soggetti con pelle scura, con occhi scuri, capelli castani che si scottano raramente e si abbronzano senza difficoltà.
Esistono delle norme comportamentali generali che dovrebbero essere rispettate da tutti: evitare di esporsi al sole tra le 11 e le 15; in questo periodo della giornata il sole si trova in una «verticalità» tale per cui la radiazione in arrivo è dotata della massima energia, percorre la via più breve attraverso la fascia di ozono e rappresenta più del 50% delle radiazioni ultraviolette di tutta la giornata. È sempre bene cominciare a prendere il sole utilizzando una protezione solare con un alto fattore per poi scendere a fattori più bassi. È bene incominciare con una protezione ultra (50+) e continuare con una protezione molto alta e alta (30 e 25). In molte persone è nata la consapevolezza che l’esposizione ai raggi del sole prolungata e senza filtri solari nelle ore più calde della giornata può danneggiare gravemente la salute. «Sempre più spesso donne si recano dallo specialista allarmate dalla comparsa di nuove lesioni cutanee sulle aree fotoesposte (volto, collo, mani e dècolletè, ndr)» continua Fiorella. Negli ultimi anni erano cambiate le abitudini comportamentali delle donne: l’abbronzatura indicava benessere, salute e bellezza. Oggi, vedendo direttamente sulla loro pelle gli effetti postumi cumulativi della cronica esposizione ai raggi solari, sempre più rispetto al passato, le donne stanno diventando sensibili ai rischi derivati da una eccessiva esposizione al sole.

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