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Rinviato il voto sull'arresto di Genovese: è scontro tra M5s e Pd

ROMA.  Il voto della Camera sulla richiesta di arresto del deputato Pd Francantonio Genovese arriverà dopo le elezioni europee: il dato appare ormai una certezza dopo una giornata a Montecitorio di scaramucce tra i democrat e i Cinque Stelle e dopo le bordate di Beppe Grillo contro il parlamentare indagato per associazione a delinquere, peculato e truffa. Il leader M5s accusa infatti il «soccorso rosso» del Pd e lo stesso Renzi di tramare contro la richiesta di arresto. E, dal suo blog, si appella alle forze dell'ordine: «Attenzione! C'è un potenziale latitante che si aggira per l'Italia. Si chiama Francantonio Genovese. Non lasciatelo fuggire!».  
Segnali, per il Pd, che i Cinque Stelle intendono giocarsi la carta del voto sull'arresto del deputato siciliano in campagna elettorale. E Renzi non intende cadere nel tranello. Il Pd conferma infatti di voler replicare il voto della Giunta delle Autorizzazioni che vide i dem compatti dare il loro assenso all'arresto del compagno di partito. Lo fa con una nota del capogruppo Roberto Speranza spiegando che lo slittamento è da motivare solo con la precedenza degli interessi degli italiani «agli appetiti barbari di Grillo». Insomma: le Camere ora lavorino per i cittadini, dopo il 25 si procederà su Genovese.   
Il timore di fondo del Pd - vista la determinazione a votare sì all'arresto - è che con il voto segreto, sia parte dello stesso M5s a votare contro per addossare poi la colpa ai democrat. Saldando i voti grillini agli inevitabili No che il Pd mette in conto anche dentro il suo schieramento. Un ostacolo che potrebbe essere ovviato con il voto palese, su cui sia il Pd sia il M5s si dicono favorevoli. Ma c'è FI che, in ossequio alla sua linea garantista, ha già annunciato di voler chiedere il voto segreto e siccome servono solo 30 voti per ottenerlo, il voto palese sarà escluso. Meglio rinviare, quindi.  
«Non ci faremo fregare» si orecchia infatti in Transatlantico tra i deputati Pd a cui è stato sufficiente vedere come si è mosso il M5s sul decreto lavoro, arrivato al voto finale. «Hanno deciso di non fare ostruzionismo su un decreto che hanno sempre osteggiato» dicono i democrat. Esattamente il contrario di quanto imputa invece il M5s che accusa a sua volta Sel di fare da «stampella» al Pd, facendo ostruzionismo su un decreto che, dicono, non hanno mai ostacolato in Commissione. Fatto sta che il decreto oggi non è stato votato: slitta a domani. Poi, dopo la votazione, si terrà una riunione della capigruppo sul calendario dei lavori: la previsione è che vengano inseriti, prima del voto su Genovese altri decreti come quello sulla casa oppure quello sugli ospedali psichiatrici che tuttavia non sarebbero a rischio di decadenza immediata. Il decreto Casa è stato approvato oggi al Senato ed è in calendario già per questa sera in commissione alla Camera e scadrebbe il 27 maggio.   
Considerato che i deputati hanno già chiesto e ottenuto di non fare sedute nella settimana prima del voto europeo il decreto va dunque approvato entro la settimana. Lo slittamento sarebbe a questo punto assicurato. Ma il rischio di una reazione M5s sarebbe a quel punto scontato.   
«Ci piacerebbe sapere cosa dirà il Pd ai cittadini, come giustificherà queste manovre di palazzo, di fronte al gravissimo caso Genovese, in un momento il cui il Paese è ripiombato negli scandali politici» dicono i Cinque Stelle che annunciano battaglia. Grillo incalza Renzi: «faccia uno sforzo in più e pulisca i panni del suo partito in Arno prima di chiedere sforzi agli altri».

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