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Super stipendi, Forzese: «Proposta unica della maggioranza per varare i tagli»

Il presidente dei Democratici riformisti per la Sicilia: «No alle super pensioni dei burocrati, paghe più leggere pure all’Ars»

PALERMO. «Le sforbiciate non possono lasciare indenni i vertici della burocrazia. Per gli stipendi dei direttori generali della Regione si può stabilire come tetto massimo 200 mila euro lordi l'anno, mentre per il segretario generale dell'Ars 250 mila sarebbero una cifra più che dignitosa». Ecco come riformare la macchina burocratica secondo il presidente dei Democratici riformisti per la Sicilia, Marco Forzese.

COSA PENSA DELLA PROPOSTA DI FARAONE DI INTRODURRE UN LIMITE DI 150 MILA EURO L'ANNO AGLI STIPENDIDEI SUPERBUROCRATI DELLA REGIONE, CHE HANNO COMPENSI FRA I 160 E I 170 MILA EURO L'ANNO?
«Per gli stipendi dei direttori generali si può stabilire come tetto massimo 200 mila euro lordi, perchéhanno grandi responsabilità e firmano atti estremamente delicati. Retribuzioni chedevono comprendere, naturalmente, anche il salario accessorio e i premi di risultato».


NELLA TOP TEN DEL COMPARTO PUBBLICO CI SONO I BUROCRATI DEL PARLAMENTO SICILIANO, IL CUI TRATTAMENTO ECONOMICO NON È EQUIPARATO A QUELLO DEL SENATO…
«A proposito di stipendi e pensioni d'oro all'Assemblea regionale, prima ancora di Faraone sono stato io a sollevare il problema, quando scoppiò il caso della buonuscita di un milione e mezzo di euro all'ex segretario generale Giovanni Tomasello. Fui attaccato perché pensavano che io avessi il dente avvelenato, essendo stato estromesso dalla commissione degli Affari istituzionali. A novembre, il Consiglio di presidenza, prendendo atto della decisione di Tomasello di andare in pensione, ha nominato all'unanimità al suo posto Sebastiano Di Bella. In un solo giorno, sono aumentate le spese dell'Ars di 2 milioni di euro, perché, mandando in pensione a 57 anni un segretario generale eccellente come Tomasello, si è aggravato di ben 500 mila euro l'anno il fondo pensioni dell'Ars. Per non parlare del milione e mezzo di liquidazione legittima che l'Ars ha dovuto sostenere subito».

TUTTI D'ACCORDO A PAROLE MA AL MOMENTO DEL VOTOLE NORME ANTI SPRECO SI ARENANO. PERCHÉ SECONDO LEI, IN COMMISSIONE BILANCIO, È STATO DICHIARATO INAMMISSIBILE L'EMENDAMENTO DELLA MANOVRINA CHE PREVEDEVA UN TETTO DI 200 MILA EURO LORDI PER I VERTICI DELLA BUROCRAZIA?
«Perché l'onorevole Cracolici l'ha presentato da solo. Era un atto importante che andava concordato con il suo partito e con l'intera maggioranza. Invito Cracolici a riproporlo e a concordarlocon i capigruppo. I Drs voteranno a favore della proposta. Nessuno ha interesse di far guadagnare così tanto ai burocrati e sono sicuro che in Aula passerà.Abbiamo tagliatoi nostri stipendi, non capisco perché le sforbiciate non debbano toccare anche la burocrazia».

ANCHE PER LE PENSIONI DEI DIRIGENTI SI VA DA UN MINIMO DI 80 A UN MASSIMO DI 200 MILA EURO LORDI. IL CHE SIGNIFICA CHE I VERTICI GUADAGNANO LO STESSO STIPENDIO DI QUANDO SONO IN SERVIZIO. E POI CI SONO I PENSIONATI D'ORO.
«La pensione non dovrebbe superare i 5 mila euro netti, trattamento più che dignitoso. Avevo presentato un ddl per introdurre questo limite. Il mio gruppo riproporrà questa norma».

NELLA SICILIA DEGLI SPRECHI C'È ANCHE LA COSTELLAZIONE DELLE PARTECIPATE, CON I CONTI IN ROSSO A FRONTE DELLA MAXI SPESA PER I MANAGER. COME INTERVENIRE SU QUESTO FRONTE?
«Per riformarle, bisogna iniziare a considerare le partecipate non come bacini per spartizioni politico-clientelari, ma come un servizio utile per i cittadini. Per gli stipendi, bisogna distinguere il ruolo del direttore generale, a cui si potrebbe dare un compenso maggiore, da quello del presidente, organo politico che, avendo meno responsabilità, potrebbe percepirne uno inferiore. Nella gestione delle partecipate bisognerebbe eliminare le consulenze. Nel periodo in cui ero vicepresidente dell'Ast, ho visto che all'interno dell'Azienda c'erano partecipate utilizzate soltanto con lo scopo di dare poltrone alla politica. È il momento di eliminare i carrozzoni inutili. Si potrebbe iniziare ad unificare Ircac, Irfis e Crias, riforma di cui si parla da anni».

COME RIFORMARE ALLORA LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE SICILIANA?
«Bisogna rendere l'organizzazione della macchina amministrativa più efficiente, veloce, moderna e trasparente, che semplifichi le procedure e sia attenta alle esigenze dei cittadini. Per fare questo è necessario informatizzare tutti i servizi e riqualificare il personale della Regione. In questo senso, ritengo che il metodo delle rotazioni dei dipendenti, fiore all'occhiello del governo Crocetta, è un sistema utile per non fare restare i dipendenti ancorati alle poltrone. In secondo luogo, bisognerebbe introdurre un decalogo per stabilire regole precise. Non sono tutti per fortuna, ma sono ancora molti i funzionari che perdono tempo durante le ore di lavoro o che non sanno gestire i rapporti con gli utenti. Con il risultato che gli uffici pubblici sono ritenuti ancora luoghi in cui si perde tempo ma si prende lo stipendio. Servono norme chiare per ridare credibilità alle istituzioni».

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