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Save the children: "Emergenza educativa al Sud"

ROMA.  C'è un'altra povertà, meno evidente e molto sottovalutata, che condiziona la quotidianità dei bambini, ma che soprattutto avrà effetti sulla loro vita da adulti. È il non sapere e il non saper fare: quella che Save the Children ha definito «povertà educativa», misurata statisticamente attraverso una serie di indicatori, dall'abbandono scolastico alla presenza di asili nido, ma anche la diffusione di internet, e le visite a mostre o musei. Presi tutti insieme evidenziano quanto il Paese sia inospitale per bambini e adolescenti.    La situazione è più grave e diffusa al Sud, e la maglia nera spetta alla Campania: qui è più «scarsa e inadeguata» l'offerta di servizi e di occasioni educative e formative per bambini e adolescenti. Ma perfino Friuli Venezia Giulia, Lombardia ed Emilia Romagna, le regioni italiane più «ricche» di servizi e opportunità per bambini e adolescenti, non reggono il confronto con l'Europa.    
Nessuna regione italiana è in linea con alcuni obiettivi europei quali, per esempio, la copertura degli asili nido che dovrebbe essere del 33% (nella fascia di età 0-2 anni), ma arriva a stento al 26,5% in Emilia Romagna. E, per dire, la dispersione scolastica, che ha numeri altissimi in Campania e Sicilia (22 e 25,8%), arriva anche in Valle d'Aosta al 19% (l'Ue ha posto obiettivo del 10% al 2020).    Come emerge dal primo rapporto «La Lampada di Aladino», al Sud sono largamente insufficienti gli asili nido (solo per il 2,5% dei bambini in Calabria), il tempo pieno è garantito solo nel 6,5% delle scuole primarie della Campania, e il servizio mensa è previsto in appena metà degli istituti.   
La povertà educativa si misura non solo a scuola, ma anche da come si impiega il tempo libero: in totale meno della metà dei bambini e adolescenti fa sport in modo continuativo, al Sud addirittura meno di un terzo dei minori fa attività fisica.     I libri e l'arte sono patrimonio di pochi: appena il 16% dei minori campani ha visitato un monumento nell'ultimo anno, e ancora meno i ragazzi in Calabria, il 12%. In media appena la metà ha letto almeno un libro, a parte quelli di scuola, solo il 31% in Calabria e il 34% in Sicilia. Dal lato opposto della classifica, il Friuli Venezia Giulia spicca per numero di bambini che legge (il 75,7% ha letto almeno un libro nell'ultimo anno), che fa sport (il 56%), per i bassi livelli di dispersione scolastica (11,4%), edifici scolastici mediamente in buone condizioni (il 73,2% delle scuole ha certificato di agibilità).   
«Intendiamo appellarci al governo affinchè siano messe in atto alcune misure cruciali per contrastare la povertà educativa», commenta Valerio Neri, direttore di Save the Children, che ha messo in campo i 'Punti Lucè, luoghi recuperati e ristrutturati a misura di bambino, dove studiare, giocare, fare attività sportive, culturali e creative. I primi sono già stati inaugurati a Bari, Gioiosa Ionica, Catania, Palermo e Genova, ed entro fine anno ne apriranno altri nelle grandi città.

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