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Alt ai premi a pioggia, cambia il sistema di valutazione dei dirigenti

Ingaggiato il giurista Giuseppe Verde che riscriverà le regole e gli obiettivi per l’assegnazione del bonus. Tra i parametri per i burocrati c’è l’integrale spesa dei fondi europei. Rivoluzione in due step entro la fine dell’anno

PALERMO. La Regione prova a cambiare il sistema di valutazione dei dirigenti, riscrivendo i target da raggiungere ed evitando così di concedere i premi a pioggia. Obiettivo ambizioso, da conseguire entro la fine dell’anno in due step: il primo è stato messo a punto da Crocetta nei giorni scorsi con l’affidamento al professore Giuseppe Verde dell’incarico di riscrivere le regole per l’assegnazione dei premi e gli obiettivi da conseguire. Nel frattempo è stato anche preparato un bando per creare un nuovo nucleo di valutazione, composto da docenti universitari, che all’inizio del prossimo anno darà le pagelle per la distribuzione dei premi di rendimento 2014.
Nell’attesa di modificare anche le regole per la mobilità del personale, la giunta prova a smontare una delle tradizionali roccaforti dei propri vertici amministrativi. Era stato lo stesso assessorato alla Funzione pubblica, alcuni mesi fa, a mettere per iscritto in una relazione che l’assenza di un nucleo di valutazione che si ispirasse a criteri più moderni e di respiro nazionale faceva sì che i premi venissero dati in modo generalizzato a tutti. Il primo tentativo di creare questo pool di valutatori è del settembre 2012. Ma solo nei giorni scorsi Crocetta ha impresso un’accelerazione: ha affidato a Giuseppe Verde, direttore del dipartimento Scienze giuridiche dell’Università di Palermo, la guida del Servizio di pianificazione e controllo della Regione. Verde incasserà circa 40 mila euro lordi: «Insieme al presidente - spiega il docente - stiamo preparando la direttiva che fisserà i target da raggiungere. Gli obiettivi principali, che varranno il 70% di una torta da 11 milioni, sono legati all’integrale spesa dei fondi europei e all’attuazione nei tempi concordati della riforma delle Province, che porterà alla costituzione dei consorzi di Comuni». Una volta assegnati i target ai dirigenti generali, questi a loro volta proietteranno gli obiettivi nei singoli uffici intermedi e per i relativi vertici.
Nel frattempo verrà pubblicato il bando per selezionare la terna di esperti esterni che poi valuterà in base a questi nuovi criteri: e saremo al gennaio 2015.
Resterebbe a quel punto da risolvere il problema della mobilità. Da giorni monta la polemica per un bando con cui la Regione sta cercando all’esterno esperti in comunicazione on line (da Facebook ad altre piattaforme su cui promuovere il Piano giovani) perchè al proprio interno non ha trovato personale disponibile da far lavorare senza paga aggiuntiva. È il nodo dell’atto di interpello, cioè della procedura con cui la Regione è «costretta» a chiedere - senza potere imporre - a un dipendente di andare a ricoprire un incarico: ostacolo alla ottimale distribuzione dei 17 mila dipendenti degli assessorati. L’assessore alla Funzione pubblica, Patrizia Valenti (Udc) segnala un altro caso: «Nei giorni scorsi ho fatto un atto di interpello per selezionare un dirigente che si occupasse dell’ufficio di monitoraggio e controllo. Non ha risposto nessuno ed è incredibile che ciò accada quando è noto che ci sono dirigenti senza contratto...».
Proprio in seguito alle polemiche nate sul cosiddetto bando per esperti di Facebook tutte le sigle sindacali hanno offerto alla Regione la propria disponibilità a ridiscutere le regole sul trasferimento dei dirigenti: Cgil, Cisl, Uil e Cobas non alzerebbero le barricate, attuando così una legge di alcuni anni fa che prevedeva proprio la mobilità obbligatoria (norma rimasta solo sulla carta per la mancanza di un regolamento attuativo).
Ora la Valenti coglie la palla al balzo: «Noi abbiamo in cantiere una riforma della pubblica amministrazione da portare al voto dopo la Finanziaria e questo è uno dei temi che verrà inserito nella nuova norma. Ma se davvero i sindacati danno la loro disponibilità si può cambiare la regola sull’atto di interpello con un accordo che si muove all’interno del contratto collettivo di lavoro. Potremmo fare tutto più facilmente e più velocemente...».

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