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Inutile la vittoria a Bologna, arriva la retrocessione in serie B

BOLOGNA. Dal record alla retrocessione.  Dall'esaltazione al crollo. In soli dodici mesi, il Catania passa da un estremo all'altro e saluta la Serie A dopo otto stagioni. Scenario impensabile al termine dello  scorso campionato, concluso con il record di punti (56) ed eguagliando il miglior piazzamento di sempre (ottavo posto), ma semplicemente inevitabile se rapportato al  disastroso cammino della stagione attuale.  

Tardivo e inutile il risveglio nelle ultime due partite giocate, vinte in casa con la Roma e in trasferta con il Bologna, con i 'felsineì trascinato in Serie B. Il Catania ha  perso 22 gare in 37 giornate, ben sei al Massimino un tempo roccaforte quasi inespugnabile. Numeri che si aggiungono al pessimo rendimento esterno (una sola  vittoria in 19 trasferte, appena cinque punti raggranellati) e alle mai risolte difficoltà realizzative (32 gol all'attivo, secondo peggior attacco del torneo) testimoniando i  problemi di un gruppo per il quale l'ottavo posto del 2012-2013 è diventato, paradossalmente, non un trampolino di lancio per consolidarsi lontano dalla zona a rischio,  ma un limite, traguardo tanto importante quanto illusorio, tale da far perdere di vista il vero obiettivo degli etnei, quella salvezza scivolata di mano settimana dopo  settimana senza che ben tre cambi in panchina abbiano prodotto la tanto invocata svolta.   L'avvicendamento tra Maran e De Canio non è servito, come non è servito richiamare Maran e rimpiazzarlo poi con Pellegrino. 
Errori di gestione tecnica e societaria che sono andati a sovrapporsi e non sono stati corretti con un adeguato mercato di gennaio. Tra acquisti sbagliati, plateali  fragilità caratteriali, evidenti carenze atletiche e giocatori chiave rimasti sempre al di sotto del rendimento atteso, il Catania non ha mai fornito l'impressione di poter  cambiare passo e ha perso il sostegno di un ambiente che ha dato a lungo credito a un gruppo che in questi anni era andato in continuo crescendo.    Per il Catania è la fine di un ciclo che ha prodotto il filotto di presenze in Serie A più lungo della storia del club, per il presidente Nino Pulvirenti è la prima, cocente  retrocessione della sua gestione. 'Non molliamo, torneremo ancora più forti«, ha assicurato lo stesso Pulvirenti, che progetta il nuovo stadio e ha già avviato un  riordino dei quadri societari. Segnali per il futuro, ma che non mitigano l'amarezza dei tifosi per un presente fatto di rabbia e rimpianti.

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