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Costi della politica in Sicilia, stop agli stipendi d'oro Norma al vaglio, tetto massimo 200 mila euro lordi

PALERMO. Stop agli stipendi d'oro dei burocrati del Parlamento siciliano e anche dei dipendenti della Regione. Una norma fissa a 200 mila euro lordi annui il tetto massimo per la retribuzione: a presentarla è il presidente della commissione Affari istituzionali Antonello Cracolici (Pd). Si tratta di un emendamento aggiuntivo alla 'manovrinà da 136 milioni di euro, al vaglio della commissione Bilancio dell'Ars riunita per l'esame del disegno di legge, e arriva nel pieno delle polemiche sul compenso del segretario generale dell'Assemblea, che guadagna circa 500 mila euro all'anno. Una cifra in passato criticata dal governatore Rosario Crocetta e poi anche dai 5stelle e da Davide Faraone, responsabile Welfare del Pd, che proprio in questi giorni ha chiesto all'Assemblea regionale di ridurre gli stipendi d'oro. «Gli emolumenti spettanti a qualunque titolo ai dipendenti in servizio e in quiescenza dell'amministrazione regionale e degli enti vigilati, compreso ai dipendenti in servizio e in
quiescienza dell'assemblea regionale siciliana, non possono eccedere i 200.000 euro lordi annui onnicomprensivi - si legge nell'emendamento - Entro trenta giorni dalla pubblicazione della presente legge, sentite le organizzazioni di rappresentanza sindacale, verranno adeguati i nuovi trattamenti». La in questo momento è all'esame della commissione Bilancio, come gli altri 255 emendamenti alla manovra del governo.  

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