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Costi della politica, Ardizzone: "Risparmio del 63% su auto blu"

PALERMO. «Nel 2009 si spendevano per le auto blu 233 mila euro all'anno. Ce n'erano 16 più una blindata. Nei nuovi bandi sono previsti 83 mila euro all'anno per 7 auto blu con una riduzione del 63%». Lo dice il presidente dell'Ars Giovanni Ardizzone, oggi in conferenza stampa, in merito alla polemica sulle auto blu dell'Ars. Ieri la questione era approdata in aula. «Credo che la Sicilia debba essere presa a modello - prosegue - per tutte le altre Regioni. Renzi e Faraone si informino. Io per primo ho rinunciato all'auto blindata perchè non avverto il problema sicurezza».
«Sui contributi dell'Ars, la scelta della trasparenza, mettendo i dati a disposizione di tutti, viene usata per risollevare tutte le volte il caso. C'è un regolamento, che prevede la discrezionalità della presidenza. Non è scandaloso dare un contributo da mille euro perun'associazione che poi deve dimostrare di averli spesi correttamente, oppure il finanziamento torna indietro».
«Gli importi complessivi - ha detto - dei contributi e fondi riservati nel 2010-2011 era circa un milione di euro 380 mila. Nel 2012 è sceso a circa un milione e 242 mila. Nel 2013, con il bilancio approvato da noi, i fondi riservati sono pari a 171 mila euro, fondi per attività culturali ammontano a 700 mila euro. Tutto pubblicato. Nel 2014 sono previsti mila euro 171 mila euro più 550 mila euro». «Proprio ieri - ha aggiunto - ho disposto che centomila euro dei fondi riservati passino alle attività culturali. I Comuni stanno chiedendo contributi anche minimi di mille euro. Ho impegnato finora 16 mila euro».


«Sul tfr del segretario generale, non ho alcun problema a dire le cifre. Anche riguardanti gli stipendi. Adesso c'è una legge che obbliga a pubblicare tutto ciò che riguarda i parlamentari. Ma non c'è una legge che mi obbliga che un giornalista riceva uno stipendio da 500 mila euro a renderlo pubblico». Lo dice il presidente dell'Ars, Giovanni Ardizzone. «Noi abbiamo pubblicato gli stipendi 'a fascè dei dipendenti - spiega - mi sembra assurdo che qualcuno vada in tv e dica che un assistente parlamentare guadagna 14 mila euro al mese. Questa è istigazione all'odio sociale». «Gli stipendi dell'Ars sono alti rispetto al contesto - aggiunge - Ma voglio sottolineare la grande professionalità del personale dell'Ars e ricordare che tutti sono qui attraverso pubblico concorso. Compresi gli stenografi. Presto pubblicheremo anche i dati sulle pensioni». «Il politico - conclude - non è il male assoluto. Non possiamo coltivare ancora questo tipo di dibattito e rischiamo di inasprire la polemica e allontanare la gente dalla politica».


«Sul controllo esterno sui gruppi parlamentari, voglio sottolineare che si tratta della sezione controllo della Corte dei conti e non della sezione giurisdizionale. Ci vuole la giusta rappresentazione dei fatti. Sta succedendo in tutte le Regioni», afferma Ardizzone, in merito all'udienza pubblica dei capigruppo dell'Assemblea siciliana davanti alla sezione di controllo della Corte dei Conti, convocati lo scorso venerdì per fornire chiarimenti rispetto ad alcune spese considerate anomale nell'ambito dell'esame dei rendiconti del 2013, in fase di conclusione. Da quest'anno, infatti, i bilanci consuntivi dei singoli gruppi parlamentari, sui quali in passato non c'erano controlli terzi, devono passare il vaglio dei giudici contabili, secondo quanto disposto dal decreto Monti, recepito dall'Assemblea alla fine dell'anno scorso. «Se la Corte dei conti dovesse rilevare criticità o anomalie - - prosegue - ce lo dirà. Ma siamo in una fase di transizione, da vivere con cautela. Mi è dispiaciuto qualche collega rappresentato in tv quasi fosse dietro le sbarre, mentre non è
così». «Invito i parlamentari nazionali eletti in Sicilia a battersi per il vero rispetto dello Statuto speciale. Devo sottolineare che il trasferimento delle funzioni non corrisponde a quello delle risorse. Tutte le tasse vanno a Roma e adesso anche in Europa». Lo ha puntualizzato il presidente dell'Ars, Giovanni Ardizzone, in merito all'applicazione dello Statuto speciale siciliano. «Ho anche scritto ad alcuni esponenti del Pd, il partito di Renzi - prosegue - Ma ancora non mi hanno risposto. Persino la commissione affari istituzionali alla Camera è presieduta da una siciliana. Credo che i parlamentari nazionali si dovrebbero interessare della questione».



«Con questa storia dei vitalizi la Sicilia è stata additata come il male. E invece noi abbiamo recepito per intero il decreto Monti. Non mi sono appellato a nessun cavillo. Se viene condannato un sindaco o un parlamentare regionale perde il vitalizio. Invece, se lo stesso succede a un parlamentare nazionale non perde il vitalizio», ha detto il presidente dell'Ars intervenendo sulla polemica del vitalizio all'ex presidente della Regione, Salvatore Cuffaro, condannato in via definitiva. «A Lusi per esempio non si applica la norma che prevede la perdita del vitalizio - ha proseguito -. Quella legge del parlamento nazionale mi sembra una legge 'salva-Lusì più che una legge per favorire qualche condannato per mafia. Questa è legge, per me non è giustizia. Purtroppo c'è un attacco concentrico nei confronti delle Regioni, è comodo attaccare le Regioni». 

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