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Commissario dello Stato, in dubbio la sua legittimità

PALERMO. La Corte Costituzionale mette in dubbio la legittimità della figura del Commissario dello Stato. Ed emette un’ordinanza che suona a molti giuristi come il primo atto di un percorso che può portare alla soppressione dell’organo di controllo delle leggi regionali.
In pratica, la Consulta - relatore il palermitano Sergio Mattarella - ha detto che il controllo esercitato dal Commissario dello Stato è più incisivo di quello in vigore per tutte le altre Regioni italiane e ciò si traduce in una limitazione dell’autonomia della Sicilia.
Il Commissario dello Stato decide prima dell’entrata in vigore e la sua impugnativa di fatto blocca l’entrata in vigore di una legge. Nelle altre Regioni invece le norme entrano in vigore ed è il Consiglio dei ministri che successivamente fa ricorso alla Corte Costituzionale se ritiene che ci siano profili di illegittimità.
La Corte Costituzionale si riserva di emettere una successiva sentenza sul caso Sicilia. E, se le premesse dell’ordinanza fossero confermate, si arriverebbe così alla soppressione del Commissario dello Stato e all’equiparazione del sistema di controllo della Sicilia a quello delle altre Regioni.
È, questa, una delle richieste che in tutte le ultime legislatura hanno accomunato i presidente della Regione, colpiti quasi regolarmente da impugnative della Finanziaria che hanno complicato l’attività ordinaria. L’ultimo caso è avvenuto proprio a gennaio quando il Commissario dello Stato, Carmelo Aronica, ha impugnato quasi tutti gli articoli della Finanziaria 2014 con l’effetto di paralizzare la spesa pubblica e costringere il governo a una faticosa manovra bis.

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