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San Cataldo, la frutta non può essere venduta in strada: è «guerra» fra negozianti ed ambulanti

SAN CATALDO. In periodo di crisi in città si scatena una guerra tra «poveri». Protestano i venditori di frutta e verdura a posto fisso, perché dopo una sentenza emessa dalla Cassazione, che vieta l'esposizione di ortaggi e frutta all'esterno dei negozi, ancora l'amministrazione comunale non è intervenuta per sanzionare e sequestrare la merce agli ambulanti, che girano con i furgoni per le principali vie del paese. I negozianti, infatti, asseriscono che tenere frutta e verdura in cassette fuori da una rivendita, potrebbe rivelarsi un pericolo per la salute pubblica, in quanto sugli alimenti si accumulano polveri sottili e smog, dannosi per l'uomo e difficili da rimuovere anche con una «poderosa» lavata. La protesta al momento è frammentata, perché molti negozianti, oltre che a lamentarsi, non si sono ancora rivolti alle associazioni datoriali, per affrontare il problema tramite una concertazione tra le parti.
«I rivenditori di frutta e verdura a posto fisso hanno tutte le ragioni di protestare - dice il direttore di Confesercenti, Michele Giarratano - la Cassazione ha emesso una sentenza dove si proibisce a qualsiasi commerciante, di esporre frutti ed ortaggi fuori dal negozio e sono previste delle pesanti sanzioni con il conseguente sequestro della merce per chi non rispetterà la norma. Molti commercianti non si sono rivolti a noi come ad altre associazioni datoriali per far valere i propri diritti - prosegue il direttore di Confesercenti - trovo inutile e poco costruttivo scagliare il sasso per poi nascondere la mano. Se i commercianti a posto fisso hanno un problema devono affrontarlo con gli strumenti legali che hanno a loro disposizione. Invito questi nuovi "Masaniello" a rivolgersi a Confeserecenti ed alle altre associazioni presenti sul territorio. Ci faremo carico delle loro istanze e, tramite una concertazione, chiederemo all'amministrazione comunale di intervenire per far rispettare la legge - conclude Giarratano - penso sia il modo più serio e cooerente per affrontare questo problema».

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