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Troppa concorrenza e a Caltanissetta la lucciola chiedeva i "danni" ad altre prostitute

CALTANISSETTA. Le avrebbe spillato quattrini per farsi risarcire dei danni finanziari che le aveva procurato. Una storia che vede due “lucciole” contro. Una nelle vesti di presunta estortrice, l’altra di bersaglio delle richieste di denaro. Già perché è per una questione di concorrenza che lei, la sessantenne Maria B. (difesa dall’avvocato Dino Milazzo) avrebbe preteso quattrini da un’altra prostituta – l’ades0so settantacinquenne A.A - che le aveva soffiato clienti. E, di conseguenza, guadagni. Questa la storia, assai datata nel tempo e passata per non pochi intoppi dal punto di vista processuale, che oggi approda in tribunale. Al cospetto del giudice David Salvucci la “squillo” Maria B è chiamata a rispondere di estorsione e tentata estorsione. Si, perché se un primo tentativo sarebbe andato in porto, un secondo no. La denuncia della rivale avrebbe posto fine a quella storia. Che, però, processualmente è ancora tutta da chiarire.
Scenario della singolare vicenda è via Firenze, cuore dello storico rione Provvidenza. Lì, l’adesso imputata esercitava. E gli affari, per diverso tempo, sarebbero andati più che discretamente. Fin quando sarebbe intervenuto qualcosa, o meglio qualcuno, a mutare quello stato di fatto. Già, perché a poca distanza da casa sua si sarebbe presentata un’altra meretrice, che lì ha stabilito la sua abitazione e la sua “sede di lavoro”. E la concorrenza s’è fatta forte. Assi forte e agguerrita. Tanto che la sessantenne avrebbe visto drasticamente calare la clientela. E anche i profitti. A quel punto toccata tanto nell’orgoglio quanto nel portafogli – è la tesi accusatoria – avrebbe deciso che era tempo di farsi risarcire da quella concorrente. In qualche modo ci sarebbe stato una sorta di chiarimento, ma andato in fumo. E in una prima circostanza l’imputata avrebbe costretto l’altra a consegnarle trecento euro. Nel momento in cui quelle richieste si sarebbero ripetute, la parte lesa s’è presentata alla polizia. Da li a poco sarebbe stato combinato un appuntamento trappola. In cui la presunta estortrice si sarebbe dovuta presentare per una nuova consegna di quattrini. Ma a quell’appuntamento la donna non è mai arrivata. La denuncia presentata dall’altra, però, ha poi alimentato il rinvio a giudizio della passeggiatrice. Ma l’altra, la rivale da cui avrebbe preteso soldi a titolo risarcitorio, ha poi deciso di non costituirsi parte civile.

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