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Caltanissetta: tesoro «in odor di mafia», chiesta confisca

CALTANISSETTA. La procura chiede la confisca di un patrimonio ritenuto in odor di mafia. Un tesoro da quattro milioni e mezzo di euro appartenente a due imprenditrici. Il capo famiglia, padre e marito delle due donne, è deceduto cinque anni fa.
La richiesta che il pubblico ministero Cristina Lucchini ha girato al tribunale misure di prevenzione (presieduto dal giudice Antonio Balsamo) pende su Maria Dell’Edera e la figlia, Katia La Placa (assistite dall’avvocato Antonio Impellizzeri). Ma non è tutto. Oltre alla confisca il pm Lucchini ha chiesto allo stesso Collegio giudicante 3 anni e 6 mesi di sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno a carico di Katia La Placa e 3 anni, della stessa misura, per Maria Dell’Edera. Proposta che è andata ad affiancarsi al provvedimento patrimoniale avanzato dalla procura, che vuole che lo Stato posi definitivamente le mani sui beni milionari di madre e figlia. Nel lungo elenco già al centro di sequestro figurano aziende del settore agricolo, ville, terreni, altre imprese, quote societarie e altri beni ancora, anche oltre i confini della Sicilia. Possedimenti che - oltre che nel Nisseno, nel Palermitano e nell’Ennese - si estendono anche in Brianza e in Campania. Per un valore, secondo le stime della magistratura, di oltre quattro milioni e mezzo di euro. L’entità, secondo la difesa, sarebbe assai inferiore. Ma la ”guerra” di cifre, sotto taluni aspetti, finisce per divenire marginale.
E se da un lato la procura vuole che gli averi di madre e figlia passino sotto la tutela della «Cosa pubblica», dall’altro la difesa ne ha reclamato l’immediata restituzione. L’avvocato Impellizzeri ha fondato e rafforzato le sue deduzioni affidandosi a note tecniche riepilogative. Sollecitando la riconsegna del patrimonio alle due imprenditrici e, in subordine, la restituzione dei beni che sono entrati nel patrimonio di famiglia prima del 1986, periodo in cui - secondo la tesi della difesa - ha centrato l’attenzione l’indagine dei periti. Oltre che il «no» alla misura patrimoniale, il legale ha chiesto pure che nessun provvedimento personale sia applicato nei confronti delle due imprenditrici. E il riferimento è, ovviamente, alla richiesta di sorveglianza speciale.

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