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Tra scacchi e volley, piccoli atleti a caccia di gloria alle Convittiadi

PALERMO. Vista dall'esterno l'immagine è quella classica, una miniolimpiade organizzata per dar modo ai ragazzi, provenienti dai convitti d'Italia, di conoscersi e sfidarsi al contempo nelle varie discipline. Ma in realtà dietro ogni pedina mossa nella scacchiera, ogni bracciata, ogni smash eseguito da tante racchette diverse, c'è una storia che parla di ognuno di loro: piccoli atleti che muovono i primi passi verso il mondo della competizione. C'è un po' di tutto questo nella manifestazione Convittiadi in corso in questi giorni. Centinaia di ragazzi che puntano a una medaglia, a un bel piazzamento o, più semplicemente, a una settimana di divertimento.
Tra chi tornerà a casa con la soddisfazione di un primo posto, c’è pure Paolo Gagliardo, giovanissimo scacchista palermitano che ha vinto la medaglia d'oro per la categoria small (che comprende ragazzi dai 10 ai 13 anni). Lui di anni ne ha 11, frequenta la prima media al Convitto Nazionale di Palermo, ed oltre ad essere un campione di scacchi, prende anche ottimi voti a scuola: «Lo scorso anno — racconta — ho vinto un premio che la mia scuola dava agli studenti più meritevoli». La prima pedina ha iniziato a muoverla in seconda elementare, suo fratello, di cinque anni più grande di lui, già giocava e così ha cominciato ad impartirgli qualche piccola lezione: «Un gioco che mi ha attratto sin da subito, oggi mi alleno minimo un'ora al giorno ed ho vinto le provinciali e le regionali. A luglio - spiega - farò il torneo nazionale, spero di vincerlo». Una disciplina difficile ma soddisfacente. «Devi studiare le mosse degli altri — aggiunge Paolo —, osservarli bene in faccia e guardare con attenzione i movimenti che stanno compiendo. A volte devi anche stare per tre ore di fila seduto, senza perdere la concentrazione, ma intanto pensi al risultato che potresti portare a casa e così l'adrenalina sale e la stanchezza scompare». Ovviamente il piccolo Paolo ha un sogno nel cassetto e da grande vuole fare lo scacchista.
E dai più piccoli si passa ai grandi, affezionatissimi della manifestazione. Emma Tamai, giocatrice di basket e alunna del convitto Foscarini di Venezia, compirà 18 anni tra venti giorni. Per lei ormai il tempo delle competizioni è passato, ma nonostante ciò oggi continua a partecipare supportando i suoi compagni più piccoli, nelle vesti di allenatrice: «È un'emozione strana — spiega — che passa dai sentimenti legati alla gioia e alla preoccupazione. In certi momenti sento il desiderio di entrare in campo, togliere io stessa la palla dalle mani dell'avversario. Ogni vittoria è un po' come se fosse anche mia». Emma è cresciuta tra i maschi, faceva nuoto, ma poi ha preferito optare per uno sport che lei definisce più estremo, perché forgia il carattere e fortifica l'animo: «all'inizio è stata dura, una ragazzina in mezzo a tanti maschi, poi ho capito che era questa la mia strada». Questa esperienza da allenatrice ha fatto capire ad Emma che il suo futuro forse non sarà solo sul campo, ma anche al di fuori, dove non avrebbe mai pensato di stare. «Non lo avrei mai detto - prosegue - ma mi sta balenando in mente l'idea di prendere il brevetto da allenatore». La sua squadra ieri, si è aggiudicata la vittoria.
Ma alle Convittiadi, bisogna accettare anche le sconfitte, che fanno crescere. A darne un esempio sono stati un gruppo di ragazzi provenienti da Campobasso, che nella gara di calcio a 5 hanno perso contro i ragazzi di Montagnana in provincia Padova. Nonostante la sconfitta, l'arbitro nel referto ha lodato la loro pazienza ed il comportamento tranquillo ed esemplare che hanno sfoggiato in campo.
Oggi, intanto, per la quarta giornata di gare, si terranno le altre competizioni di tennis, pallavolo, sand volley, pallacanestro e calcio a cinque.

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