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Posto fisso, traballa il sogno per 18 mila precari

Si alza il livello di scontro tra gli enti locali e la regione. Bloccati i piani di stabilizzazione dei contrattisti. L’Anci: «Casse in rosso, non possiamo andare avanti». Oggi vertice a Palazzo d’Orleans. Crocetta: «La sfida non porta a nulla»

PALERMO. I sindaci bloccano i piani di stabilizzazione dei precari. Ormai in aperto scontro con la Regione, lunedì pomeriggio i vertici dell’Anci hanno comunicato ai sindacati l’intenzione di fermare le procedure che avrebbero dovuto portare al posto fisso gran parte dei 18.500 contrattisti degli enti locali. E stamani, nel corso di un vertice già convocato a Palazzo d’Orleans, l’associazione guidata da Leoluca Orlando annuncerà anche al governo lo stop. «Le norme varate dalla Regione a gennaio sono un fallimento. E i tagli che i Comuni stanno subendo non consentono di portare avanti i piani di stabilizzazione» ha anticipato ieri il vice presidente dell’Anci, Paolo Amenta. Le stabilizzazioni sono previste da una norma nazionale ispirata dall’allora ministro Gianpiero D’Alia e dalla Finanziaria regionale di gennaio (nella parte non impugnata dal Commissario dello Stato). Il posto fisso sarebbe scattato dopo i contratti rinnovati il primo gennaio ed entro la fine del 2016 ma nel frattempo i sindaci, in accordo con la Regione, devono mettere a punto un piano che passa anche dalla creazione di un albo e dall’individuazione dei vuoti in pianta organica. Tutti passaggi che fino a ora hanno subito ritardi e che adesso i sindaci annunciano di voler interrompere del tutto. «La Regione - spiega ancora Amenta - ha finanziato gli stipendi dei preacri, sulla carta, solo per tre anni. Ma già sappiamo che quest’anno si rischia una decurtazione del finanziamento di 70 milioni se non si raggiungerà con lo Stato un accordo sul patto di stabilità. In più dall’ottobre del 2013 non arrivano soldi per pagare gli stipendi. In questa situazione quale sindaco può assumersi la responsabilità di fare contratti a tempo indeterminato?». Non a caso fino a ora i sindaci hanno preferito nella maggior parte dei casi contrattualizzare per un solo anno invece dei tre possibili in base alle nuove norme.
L’Anci ritiene anche che le procedure stabilite nella Finanziaria siano inapplicabili: «Tra vincoli legati al patto di stabilità, obbligo di contrattualizzare in fasce basse e limiti di spesa, abbiamo calcolato che appena 3 mila precari su 18.500 potrebbero trovare spazio».
Lo stop alle stabilizzazioni è una nuova puntata del braccio di ferro che i sindaci hanno intrapreso con il governo regionale, accusato di aver tagliato 100 milioni di finanziamenti destinati al pagamento delle vecchie rate dei mutui, di ritardare i finanziamenti ordinari (fermi all’autunno scorso) e di impedire così l’approvazione dei bilanci. Orlando ha detto che «la maggior parte dei Comuni sopra i 5 mila abitanti va verso il dissesto». Da qui l’annunciata mobilitazione di massa di sindaci, assessori e consiglieri comunali già fissata per il 5 maggio a Palermo.
Oggi però Crocetta proverà a recuperare in extrimis la situazione durante un vertice convocato in mattinata a Palazzo d’Orleans. Ieri il presidente ha dapprima annunciato che il governo è pronto a erogare l’ultima tranche di finanziamenti ordinari del 2013. Dall’altro ha però criticato l’atteggiamento di sfida assunto dall’Anci. Crocetta intravede nella decisione dei sindaci il pericolo di scaricare su Palazzo d’Orleans la protesta di quasi 20 mila precari. E allora rilancia: «La Regione si sta adoperando e intende proporre un piano per il salvataggio dei Comuni. Ma ci sembra singolare che mentre noi stiamo cercando di salvare gli enti locali, il presidente dell'Anci insista nella protesta, già prima della trattativa, determinando il crac certo di tali Comuni». Il riferimento di Crocetta è a 41 Comuni che sono davvero a rischio crac: a loro non potrà essere erogata la prima rata di finanziamenti del 2014 (e per questo motivo i fondi al momento sono bloccati per tutti) perchè su questa rata altri rami di amministrazione - l’assessorato ai Rifiuti e quello alle Infrastrutture - chiedono di recupere attraverso trattenute soldi erogati in passato ma non sfruttati dai sindaci: si tratta di finanziamenti per la riccolta differenziata (mai andata a regime) o per la progettazione di opere mai fatte. «La Regione - spiega l’assessore agli Enti locali, Patrizia Valenti - sta provando a evitare che questi 41 Comuni restino davvero senza fondi. Stiamo preparando un piano che illustreremo ai sindaci nel vertice di oggi».

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