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Tagli ai Comuni, stipendi in ritardo: i sindaci in rivolta

Una cinquantina di enti locali siciliani a un passo dal crac e in difficoltà per i pagamenti dei dipendenti. I precari senza soldi da dicembre. L’Anci attacca la Regione

PALERMO. In almeno una cinquantina di Comuni siciliani si registrano già ritardi nei pagamenti degli stipendi ai dipendenti. Mentre per quanto riguarda i precari quasi ovunque le buste paga non arrivano dal dicembre scorso. Gli enti locali siciliani si avvicinano al crac e i primi cittadini sono pronti a marciare su Palermo: il 5 maggio sindaci, assessori e consiglieri comunali si daranno appuntamento ai Cantieri culturali per approvare un documento che dà il via a una stagione di lotta. Anche se il governo Crocetta proverà a fermare lo scontro con un vertice già convocato per mercoledì. «La Regione non paga, neppure dopo aver annunciato i tagli, e in questo modo nessun sindaco è in condizioni di approvare i bilanci entro fine aprile. Tantomeno è pensabile assicurare i servizi pubblici»: l’Anci, guidata da Leoluca Orlando, mette sul tappeto le emergenze e annuncia lo scontro con la Regione.
Il primo problema, segnalano i sindaci, è il ritardo nell’erogazione dei finanziamenti ordinari: «La Regione - spiega Paolo Amenta, vice presidente dell’Anci - non ha ancora erogato l’ultima trimestralità del 2013 e, ovviamente, neppure la prima del 2014. Inoltre non arrivano i fondi per i precari. E questo obbliga i sindaci a ricorrere ad anticipazioni di tesoreria o scoperture che costano tantissimo in termini di interessi». Finanziamenti ordinari a parte, Amenta ha preparato un dossier sui principali ritardi: «Il contributo per il trasporto pubblico degli alunni pendolari non arriva dal 2011 e si calcoli che per un Comune con 10 mila abitanti può valere anche 200 mila euro annui. I 250 centri di accoglienza dei minori stranieri non accompagnati attendono l’erogazione di fondi per quasi 50 milioni. Inoltre a settembre l’assessorato regionale alla Sanità ha tagliato del 30% il contributo destinato alla riabilitazione dei disabili trasferendo sui Comuni un ulteriore peso di 30 milioni».
I ritardi, secondo Amenta, stanno già provocando a singhiozzo problemi nel pagamento degli stipendi: «In centri come Caltagirone, Avola, Ispica, Augusta, Pozzallo, Bagheria è già capitato che le buste paga siano arrivate in ritardo. E abbiamo segnalazioni di difficoltà anche in grossi centri come Catania, Messina e Trapani. Ma andando avanti così sarà impossibile per chiunque ricorrere a scoperture di cassa e non si potranno pagare gli stipendi».
Un problema già sul tappeto per i 20 mila precari degli enti locali: «A noi - commenta Massimo Bontempo, leader del Movimento giovani lavoratori - è appena arrivata la tredicesima. E attendiamo lo stipendio di gennaio, febbraio, marzo e aprile. Il problema è che la Regione ha tagliato ai sindaci il 7% del contributo per i precari e temiamo che ciò provocherà, oltre ai ritardi, riduzioni dello stipendio e dell’orario di lavoro».
L’Anci segnala che sempre più Comuni sono avviati verso il dissesto: «Il termine per approvare i bilanci scade il 30 aprile e in queste condizioni nessun sindaco può farcela. Anche perchè con l’ultima Finanziaria la Regione ha tagliato di cento milioni i contributi per gli investimenti, che noi utilizzavamo per saldare le rate dei mutui. In questo modo non potremo più neppure onorare i debiti con le banche».
L’assessore regionale agli Enti Locali, Patrizia Valenti, prova a fissare una tabella di marcia per uscire dalla crisi: «Abbiamo già convocato una riunione per mercoledì in cui stabiliremo con i sindaci i criteri per assegnare, in base alle nuove norme, i contributi di quest’anno». Mentre per gli arretrati del 2013 i tempi potrebbero essere brevi ma riservare altre sorprese: «Siamo pronti a pagare l’ultima trimestralità dell’anno scorso ma il ritardo è dovuto al fatto che abbiamo dovuto rifare tutti i conteggi dei finanziamenti ai Comuni perchè altri rami della Regione ci hanno chiesto di recuperare soldi, attraverso trattenute, che erano stati erogati per errore o che i sindaci non hanno legittimato. È il caso di alcune somme destinate alle progettazioni e alla raccolta dei rifiuti. Non significa che tutti i Comuni perderanno soldi ma in alcuni casi ci saranno meno somme del previsto». La Valenti ha convocato per mercoledì anche i vertici dell’assessorato al Lavoro per affrontare il problema dei tagli ai finanziamenti per i precari.
Ma intanto migliaia fra sindaci, assessori e consiglieri si preparano alla protesta. Preoccupati anche «dall’entrata in vigore della riforma delle Province che trasferirà ai consorzi di Comuni altri 6 mila dipendenti». Orlando avverte: «È una riforma che rischia di essere difficilmente attuata. C’è una situazione sociale esplosiva. Senza risposte strutturali dalla Regione i Comuni, in una situazione finanziaria difficilissima, sono nell’impossibilità di offrire servizi e affrontare problemi come il precariato e la riforma del sistema dei rifiuti ed idrico».

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