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Purchè ridurre le spese sia un impegno di tutti

Orlando contro Crocetta. L'Anci Sicilia che attacca la Regione. Il sindaco di Palermo, come rappresentante di tutti i municipi dell’Isola, ha annunciato una grande manifestazione per protestare contro i tagli annunciati dalla giunta di Palazzo dei Normanni. Facile immaginare che fra un po’ avremo i cortei di protesta dei Presidenti delle Regioni nei confronti dello Stato centrale e poi, a salire, le lamentele del governo italiano verso l’Unione Europea. La conclusione è già nota. La colpa di tutto sarà scaricata su Angela Merkel e sulla politica di austerità che la Germania ha imposto all’Europa. Così tutti si saranno puliti la coscienza e avranno schivato le proprie responsabilità dietro la bandiera della sovranità nazionale minacciata dai poteri forti nascosti a Bruxelles. Poveri alibi. Perché il tema è uno solo: non ci sarà sviluppo senza tagli ad una spesa pubblica come quella italiana che è eccessiva, ridondante, dissipatrice. Tutto il resto è vaghezza. Contrapposizioni sterili. I protagonisti della politica continuano a invocare tagli equi come soluzione di tutti i problemi. E’ appena il caso di notare che gli unici tagli considerati equi sono quelli degli altri. Mai i propri. Non vanno bene gli interventi lineari perché sono ciechi e sommamente ingiusti, non tenendo conto della complessità di una società moderna. Ma non vanno bene nemmeno le incisioni chirurgiche perché inevitabilmente si riflettono sulle prestazioni sociali. Chissà poi perché? Come mai la risposta è sempre la stessa? Perché Comuni, Regioni e gli stessi ministeri, a cominciare per esempio dalla Sanità, all’arrivo delle forbici ripetono senza sosta il consueto ritornello: i tagli ridurranno i servizi essenziali e quindi a pagare saranno i poveri, i malati, gli emarginati. E allora ci permettiamo di fare una piccola proposta: i destinatari dei tagli facciano loro una proposta. Considerano ingiusti gli interventi imposti dall’alto? Legittimo: ma allora devono essere loro a indicare la voce di spesa che può essere ridimensionata o azzerata senza creare forme di macelleria sociale. Perché nessuno fa mai un esercizio del genere? Per la semplice ragione che qualunque taglio, dovunque finisce, si traduce in una riduzione di potere. Con meno soldi da spendere diventa più difficile finanziare le clientele o alimentare favoritismi e interessi particolari. Meglio prendersela con il Patto di Stabilità. Così viene creato un nemico finto per evitare un taglio vero.
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