Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Parco Cassarà: responsabilità, bonifiche e riapertura

Ciò che più inquieta di questa brutta vicenda è l’evacuazione decisa ieri in pieno orario di apertura e con decine persone - bimbi compresi - fatti sloggiare in gran fretta. Pericolo incombente, verrebbe da credere, se si è deciso che non era neanche il caso di attendere la normale chiusura quotidiana e rinviare tutto a un blocco permanente degli ingressi da oggi in poi. Ma se pericolo incombente era, cosa bisognerà dire ai tanti che per giorni, settimane, mesi, hanno calpestato quei frammenti di amianto che adesso starebbero pericolosamente tornando ad ammorbare il parco e a minacciare la salute di chi in quel parco ci ha passato ore e ore? Urge accertare responsabilità ad ogni livello: che sotto i prati e i viali del parco giacessero più o meno ampie distese di amianto lo si sapeva già e lo dimostrano gli interventi (parziali) eseguiti finora e le zone (parzialmente) transennate anche in concomitanza con manifestazioni che hanno coinvolto migliaia di partecipanti. Troppa irresponsabile leggerezza? E quali saranno adesso le conseguenze? Ma a questo non ci si può fermare. I 23 ettari di verde incastonati in piena area urbana (il secondo parco per estensione, dopo la Favorita), rischiano di finire in malora, specie se non sarà garantita una adeguata sorveglianza. In un processo complicato di recupero che a Palermo spesso in passato si è tramutato in desolante dimenticatoio. E di cui l’ultraventennale chiusura «per restauri» del Teatro Massimo rimane il simbolo supremo. Bisogna accertare, bonificare e riaprire. Con sistemi certi e tempi rapidi. L’alternativa è l’oblio. L’ennesimo in una città che sta drammaticamente perdendo troppe tessere del suo mosaico.

Caricamento commenti

Commenta la notizia