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Il battesimo del Crocetta bis: pezzi di Pd e Udc all'opposizione

PALERMO. Il battesimo parlamentare del Crocetta-bis sancisce, in aula, la spaccatura della maggioranza, con la metà dei deputati di Pd e Udc che in Assemblea ufficializzano il dissenso nei confronti della nuova giunta che troverà non poche difficoltà a operare in questo clima di
scontro perenne che va avanti ormai da mesi. A poco sono servite le dimissioni in mattinata di Antonio Fiumefreddo, assessore ai Beni culturali per soli nove giorni, costretto a fare un passo
indietro sull'onda delle polemiche sollevate dai 'cuperliani' del Pd per il suo passato a fianco dell'ex governatore Raffaele Lombardo e soprattutto per i buchi lasciati nel bilancio, e per alcuni appalti, quando ricopriva il ruolo di sovrintendete del teatro Bellini di Catania. Una mossa che aveva fatto ipotizzare la ripresa del dialogo tra Rosario Crocetta e i 'cuperliani' che
col segretario siciliano del Pd, Fausto Raciti, non hanno dato copertura politica al rimpasto e hanno apprezzato le dimissioni di Fiumefreddo, sostituito in poche ore da Giusi Furnari,
docente messinese, in quota Drs.
In aula il governatore ha proposto a maggioranza e opposizioni un "patto" per approvare subito i tre disegni di legge definiti 'salva-Sicilia' (ddl pagamenti debiti con le imprese, finanziaria-bis e ddl sviluppo) rinviando a dopo le elezioni europee la riapertura del dialogo con i "dissidenti"
della sua maggioranza paventando nuovi ritocchi in giunta e aprendo alle minoranze sulle riforme. Un tentativo che non ha fatto presa tra i falchi del Pd. Anzi. Le sue parole hanno ufficializzato le divisioni del gruppo democratico: se il capogruppo Baldo Gucciardi ha dato la sua fiducia al governo Crocetta invitandolo ad andare avanti, il deputato Antonello Cracolici, 'leader' dei cuperliani è stato netto: "L'idea che Crocetta ha dato di sé è quella di un cerchio magico che si è ridotto in cerchio tragico: inutili, pochi e buoni a nulla: altro che nuovo patto, il fallimento di questo governo sarà inevitabile". Risultato, gruppo Pd (18 deputati) spaccato a metà. Situazione analoga nell'Udc, dove 4 parlamentari su 8 non riconoscono i due assessori indicati dal partito in giunta dal presidente Gianpiero D'Alia. Insomma, il Crocetta-bis si presenta in Parlamento con numeri inferiori a quelli della prima giunta, formata un anno e mezzo fa.
Dall'opposizione, il M5s ha invocato il ritorno al voto parlando di governo disastroso, mentre il capogruppo del Pid-Forza Italia, Toto Cordaro, ha offerto un mese di tregua al governatore per potere approvare le norme 'salva-Sicilia', ma sollecitando Crocetta "a dimettere i deputati, se non riuscirà a ottenere alcun risultato". Crocetta dal canto suo ha difesto la sua azione di risanamento dei conti, di lotta agli sprechi e alla corruzione. E ha rinfacciato ai parlamentari più longevi complicità "ai tempi della Sicilia isola felice, con il buco di 3 miliardi di euro creato tra il 2011 e il 2012 dai precedenti governi, con gli impianti eolici che pur essendo fuorilegge si
autorizzavano in conferenza di servizi facendo così un favore al latitante mafioso Matteo Messina Denaro che ha fatto affari".

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