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Precari, le verifiche della Regione: pagati anche ex Pip morti

Controlli sui carichi pendenti. Condannati per reati sessuali o con precedenti per spaccio in servizio nelle scuole

PALERMO. E dopo detenuti e latitanti, la Regione scopre di aver pagato per mesi anche i defunti mentre alcuni precari con precedenti penali per violenza sessuale e spaccio sono stati mandati a lavorare in scuole medie. È l’ultimo caso che travolge i Pip, una delle categorie storiche del precariato palermitano. Un caso che ha spinto Rosario Crocetta ad alzare ancora il tiro contro le irregolarità nella passata gestione di questi precari.
L’assessorato al Lavoro sta verificando in questi giorni non solo i redditi dei Pip ma anche i carichi pendenti e vari altri requisiti. E nel corso di questi controlli ieri è emerso che almeno tre Pip sarebbero deceduti nel corso del 2013 ma sono stati regolarmente pagati fino a fine anno: secondo la dirigente del dipartimento Lavoro, Anna Rosa Corsello, nessuno ha comunicato il decesso e dunque l’Inps ha continuato a erogare il sussidio da circa 830 euro al mese. Il caso è emerso quando la Corsello ha iniziato a incrociare i dati dei Pip con quelli in possesso dell’Inps: è l’istituto di previdenza infatti a erogare il sussidio utilizzando un finanziamento regionale che negli anni scorsi è stato stabilmente di 36 milioni e che da quest’anno è diminuito fino a 20. I controlli su possibili altri casi sono ancora in corso. E si aggiungono a quelli scattati nei mesi scorsi sul reddito dei Pip. Dopo l’approvazione all’Ars di un emendamento dei grillini che ha imposto un tetto di guadagni da 20 mila euro per poter far parte dei Pip, sono stati scoperti almeno una ventina di precari con redditi e patrimoni fra i 50 mila e i 100 mila euro (livelli da dirigente regionale). E addirittura uno dei Pip individuati sopra la soglia massima risultava avere beni e incassi per un milione annui. Da qui le prime 20 espulsioni. Che si sommano a quelle decise nel corso del 2013, quando la Regione si è accorta che decine di Pip risultavano ancora detenuti e dunque nell’impossibilità di prendere servizio pur percependo regolarmente il contributo regionale. Sommando i vari casi di irregolarità la Regione ha espulso circa 200 Pip da settore: ognuno incassava mediamente 10 mila euro annui, dunque il risparmio per le casse pubbliche è di circa 2 milioni.
E da ieri c’è un’altra emergenza. La segnala Rosario Crocetta ma per illustrarla occorre una premessa: i Pip sono nati alla fine degli anni Novanta per impiegare in progetti speciali di formazione e inserimento lavorativo categorie svantaggiate fra cui, appunto, gli ex detenuti. Il problema che è emerso ieri è legato al tipo di impiego che si può assegnare in relazione al reato per cui i precari sono stati arrestati in passato. «Dagli ultimi controlli - spiega Crocetta - è emerso che ci sono decine di Pip che risultano condannati per violenza carnale e spaccio di droga. Eppure risultano anche in servizio presso le scuole, in alcuni casi in scuole medie. Non mi sembra esattamente il posto giusto...».
Già ieri Crocetta ha firmato una direttiva in cui chiede al dipartimento Famiglia (che cura l’impiego di questi precari) di rivalutare e modificare le assegnazioni in relazione al tipo di reato commesso. In realtà il problema delle assegnazioni aveva già portato a casi clamorosi, come quello del Pip che risultava agli arresti domiciliari per una storia di maltrattamenti in famiglia ma a cui il giudice aveva concesso di allontanarsi ogni giorno proprio per andare a lavorare da precario. Dove? In un sito archeologico a piazza Bonanno: lì poteva essere impiegato solo come custode perchè non aveva il permesso per muoversi e dunque poteva fare poco altro. All’epoca il Sovrintendente di Palermo ironizzò così: «Nessuno mette in discussione il diritto a guadagnarsi da vivere reinserendosi in società ma musei e gallerie d’arte avrebbero bisogno di un po’ di professionalità in più».
E domenica è emerso il caso di un latitante, Domenico Albanese, condannato per varie rapine che risultava regolarmente in servizio come Pip all’assessorato alle Infrastrutture.

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