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Gela, tre colpi di pistola contro la casa di una pensionata

GELA. Un cane di grossa stazza la scorsa notte è stato immobilizzato e abbandonato all’interno di un’azienda agricola in contrada Bulala. Nel centro storico, quasi contemporaneamente, ignoti malviventi hanno atteso la mezzanotte per esplodere tre colpi di pistola sulla porta esterna di una abitazione, dove risiede una pensionata. La donna è stata svegliata dai proiettili che hanno mandato in frantumi i vetri e perforato gli infissi. Solo per una fortuita coincidenza la pensionata non è stata ferita dai balordi che si sono allontananti facendo perdere le loro tracce. Ha riferito ai carabinieri del locale reparto territoriale che l’episodio si è verificato proprio nel giorno del suo settantaquattresimo compleanno. Terrorizzata dall’evento, non sarebbe riuscita a fornire ulteriori informazioni agli inquirenti. Sui due presunti atti di tipo intimidatorio indagano gli inquirenti i quali, momentaneamente, preferiscono parlare di coincidenze. Secondo il dirigente del commissariato di polizia, Francesco Marino, che ha aperto un fascicolo sul rinvenimento del cane Corso, all’interno di un’azienda agricola di contrada Bulala, l’animale potrebbe essere stato legato e abbandonato da un balordo escludendo un eventuale atto intimidatorio. “Aspettiamo l’esito dell’esame medico – precisa Marino – per cercare di risalire all’autore del gesto”. Il titolare dell’azienda agricola (G. T. le sue iniziali) che non ha precedenti con la giustizia, si dice estraneo ai fatti. Vicenda analoga per quella relativa alle pistolettate esplose alla porta dell’abitazione di una pensionata. In questa circostanza, i militari dell’arma ipotizzerebbero addirittura ad un errore evidenziando l’alta presenza di persone note agli inquirenti tra i residenti del rione Borgo. La settantaquattrenne, vedova, vive da sola nell’abitazione presa di mira da ignoti malviventi. Intanto, l’associazione animalista Lida, presieduta da Massimo Greco, dopo la denuncia si è immediatamente mobilitata per liberare il cane stretto nella morsa di due ganci tipo moschettoni, collegati tra loro da una grossa catena. “Il titolare dell’azienda agricola non è riuscito a liberare il cane che continuava a lamentarsi, rendendosi aggressivo – spiega Greco – Siamo riusciti a slegarlo dalla grossa catena. L’avevano avvolta attorno al suo collo e stretta dai due ganci. Sul posto si è recata una pantera della polizia. Gli agenti del commissariato hanno sollecitato anche l’intervento di un medico veterinario dell’Azienda sanitaria provinciale. Il cane è stato liberato e trasferito presso il rifugio sanitario di Caltanissetta. Lu. Ma.

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