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Nuove nomine, volti nuovi e tre donne presidente

ROMA.  La rivoluzione era stata promessa e la rivoluzione è arrivata, con il cambio di sette manager su otto, l'arrivo di tre donne alla presidenza e l'addio ai vecchi amministratori delegati dopo una decina d'anni di servizio.   
La nuova mappa delle partecipazioni statali indicata dalle liste comunicate da Palazzo Chigi, dove non viene specificato il ruolo cui i nomi sono destinati, ma tradizionalmente il primo è quello riservato al presidente e il secondo all'a.d, vede innanzi tutto un massiccio sbarco sulla scena delle donne (anche se, per la verità, non nel ruolo operativo di amministratore), così come avevano annunciato vari esponenti del governo Renzi, premier in testa. E quindi alla presidenza dell'Eni arriva l'ex numero uno di Confindustria, Emma Marcegaglia; a quella dell'Enel approda Patrizia Grieco, attualmente a capo di Olivetti; per le Poste, infine, è stata scelta Luisa Todini, ora nel cda della Rai e con un passato su posizioni di centrodestra. L'unico presidente della vecchia guardia che conserva il posto, confermando quindi ampiamente il toto-nomine impazzato nei giorni scorsi, è Gianni De Gennaro, che rimane a Finmeccanica. «Sono particolarmente soddisfatto per la forte presenza femminile, segno di un protagonismo che chiedeva da troppo tempo un pieno riconoscimento anche da parte del settore pubblico, in linea, anzi all'avanguardia, rispetto alle migliori esperienze europee ed internazionali», ha commentato Renzi. Altra novità, per i presidenti, sarà lo stipendio: al massimo 238mila euro annui lordi.   
Quattro volti nuovi, o in qualche caso semi-nuovi, invece, per la posizione di amministratore delegato. All'Eni e all'Enel finisce l'era rispettivamente di Paolo Scaroni e Fulvio Conti, che vengono sostituiti da due interni: al gruppo petrolifero viene promosso Claudio Descalzi, artefice della grande fortuna nell'esplorazione del Cane a sei zampe e unanimemente considerato il 'delfinò del precedente a.d, mentre al gruppo elettrico Francesco Starace conquista la poltrona principale dopo aver gestito con successo il business delle rinnovabili con Enel Green Power. Le recenti polemiche sullo stipendio non hanno evidentemente influito sul destino di Mauro Moretti, che da amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato trasloca con la stessa posizione a gestire le complesse sfide, trasporto ferroviario in testa, che si trova ad affrontare Finmeccanica, dove è stato preferito all'interno Giuseppe Giordo; alle Poste, infine, un'altra conferma delle indiscrezioni, con mister Agenda digitale, Francesco Caio, che la spunta su un altro nome circolato con insistenza, quello dell'ad dell'Espresso Monica Mondardini. Nessun nome, per il momento, su Terna, su cui deciderà Cdp, ma per la quale si fa per la presidenza il nome di Catia Bastioli, a.d. di Novamont, azienda novarese leader nella produzione di chimica e plastica 'verdè, e di Aldo Chiarini per il ruolo di a.d.   
Dopo quattro ore di riunione a Palazzo Chigi tra il premier Matteo Renzi e il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, dunque, le quattro grandi aziende di Stato hanno un nuovo management. Se per molti nomi le scelte non si sono discostate dalle voci che sono circolate nei giorni scorsi, in almeno un caso si può parlare di vera e propria sorpresa che non mancherà di destare qualche polemica: si tratta di Luisa Todini, imprenditrice, eletta deputata europea nelle liste di Forza Italia nel 1994.    Una volta fatte le nomine principali, tuttavia, il lavoro del governo non può dirsi esaurito su questo fronte. Con la decisione di trasferire Moretti in Finmeccanica, infatti, si scopre una posizione alle Ferrovie e andrà quindi individuato un nuovo a.d, poltrona per la quale è circolato con insistenza il nome di Domenico Arcuri. Il successore di Moretti, ha assicurato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio, sarà nominato «nelle prossime ore, nei prossimi giorni, non è un problema». Per alcuni dei manager 'dimessì, inoltre, potrebbero aprirsi altre porte, come quella di Fintecna per Alessandro Pansa, mentre l'attuale presidente di Eni, Giuseppe Recchi, è già destinato a Telecom Italia 

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