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Ordinanza di custodia per Dell’Utri: ma è latitante all'estero

L’esponente politico è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa: in appello condannato a 7 anni. Guinea Bissau e il Libano possibili rifugi

PALERMO. Un ordine di custodia cautelare è stato emesso contro Marcello Dell’Utri dalla Corte d'appello di Palermo, ma l'ex senatore è latitante all'estero. Il Paese in cui ha trovato rifugio al momento non si conosce. Secondo fonti ben informate a Beirut e altre collegate alle autorità che controllano il traffico in entrata e in uscita dell'aeroporto internazionale della capitale libanese non sarebbe in Libano. Stamani, dopo la diffusione della notizia dell'irreperibilità di Dell'Utri, alcune fonti hanno riferito da Palermo che lo stesso Dell'Utri sarebbe latitante in Libano. L'ex senatore del Pdl, condannato a sette anni per mafia e che attende per martedì la sentenza definitiva, ha lasciato l'Italia. Secondo gli investigatori, che hanno cercato invano di eseguire la misura e da settimane monitorano le sue mosse, l'ex senatore avrebbe due passaporti diplomatici, anche se alla Farnesina «non risulta che l'ex
senatore Marcello Dell'Utri sia in possesso di un passaporto diplomatico italiano» nè di un «passaporto di servizio valido».
Il provvedimento é stato firmato martedì scorso, 8 aprile, dalla terza sezione della Corte d'appello di Palermo su richiesta della Procura generale di Palermo.

L’ORDINANZA DI CUSTODIA CAUTELARE. L'ordinanza di custodia cautelare a carico dell'ex senatore di Forza Italia Marcello Dell'Utri è stata emessa martedì dai giudici della terza sezione della corte d'appello di Palermo, presieduta da Raimondo Lo Forti, che a marzo dell'anno scorso confermarono la condanna del politico a 7 anni per concorso in associazione mafiosa. La corte ha motivato l'ordine di arresto con il pericolo di fuga. Tre settimane fa la procura generale, sulla base di un'intercettazione di una conversazione del fratello di Dell'Utri, da cui si potevano dedurre le intenzioni dell'ex manager di Publitalia di lasciare il Paese, e degli accertamenti della Dia che da tempo tenevano sotto controllo l'imputato, aveva chiesto il divieto di espatrio con sequestro del passaporto. Ma l'istanza venne rigettata dalla corte in quanto per i reati di criminalità organizzata l'unica misura cautelare ipotizzabile è la custodia in carcere. La Procura generale ha fatto ricorso contro il rigetto al tribunale del riesame che ha confermato l'orientamento dei giudici di appello. Da qui la nuova richiesta, questa volta di arresto, che risale a lunedì sera scorso. I giudici l'hanno accolta e depositato il provvedimento martedì.


UN PASSEGGERO: "L'HO VISTO SU UN VOLO PARIGI-BEIRUT" - Nel giallo sulla fuga dell'ex  senatore Marcello Dell'Utri spunta la testimonianza di un  passeggero che avrebbe viaggiato accanto a lui su un volo  Parigi-Beirut il 24 marzo scorso. L'uomo - che ha chiesto di  restare anonimo - ha riferito all'ANSA che l'ex senatore ha  viaggiato «in business» ed ha assicurato di averlo visto  ritirare il bagaglio una volta atterrato e uscire  dall'aeroporto.

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