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Crocetta bis, ecco le deleghe

PALERMO.  Il presidente della Regione tira dritto, assegna le deleghe e spacca Pd e Udc. Pur non avendo raggiunto l’intesa, Crocetta ha accelerato per rendere operativo il governo. Potrà contare sul pieno sostegno di Articolo 4: il partito di Lino Leanza e guidato all’Ars da Luca Sammartino ha ottenuto la delega all’agricoltura, assegnata al siracusano Paolo Ezechia Reale. Anche i Drs sosterranno pienamente Crocetta: Antonio Fiumefreddo guiderà infatti l’assessorato ai beni culturali, ad oggi retto da Mariarita Sgarlata che invece è passata al Territorio e ambiente in quota Pd. E tra i renziani, Giuseppe Bruno guiderà l’assessorato alla Famiglia e politiche sociali.
La prima delega assegnata è stata quella a Salvatore Calleri, uomo del Megafono che guiderà l’Energia e i rifiuti. A spaccare il Pd è stata la delega all’Economia assegnata a Roberto Agnello, dell’area di Giuseppe Lupo. Il segretario regionale del Pd, Fausto Raciti, nel pomeriggio aveva incontrato il leader dei renziani in Sicilia, Davide Faraone, senza indicare alcun nome dell’area di Cuperlo ma chiedendo che Fiumefreddo non facesse parte della giunta perché ritenuto vicino all’ex presidente Raffaele Lombardo e non gradito perché difende l’Irsap in una causa milionaria contro la Regione. Ma non solo Fiumefreddo è rimasto in giunta, ma Crocetta ha confermato anche Agnello, spaccando i democratici. Forti divisioni anche nell’Udc dove sono stati confermati Nico Torrisi, che si occuperà di Infrastrutture e Patrizia Valenti che resterà alla Funzione pubblica e sarà vicepresidente della Regione, nonostante quattro deputati, Nino Dina, Mimmo Turano, Margherita La Rocca e il capogruppo Lillo Firetto, avessero chiesto di soprassedere. “I posti del Pd sono lì a disposizione” ha detto Crocetta auspicando una ricomposizione del partito. A fare posto in giunta, in caso di accordo, potrebbero essere Nelli Scilabra alla Formazione, che ieri ha accettato la sua candidatura alle europee, o Michela Stancheris al Turismo. Certe del posto restano Lucia Borsellino alla Salute e Linda Vancheri alle Attività produttive.


CROCETTA: "BASTA PARALISI". «Io voglio fare il presidente della Regione, lo faccio con mitezza ma con fermezza perchè il patto che ho firmato con i cittadini non può essere prevaricato dai partiti. Ci sono questioni da definire col Pd, il mio partito: il dialogo c'è e spero di definirlo serenamente nel giro di qualche giorno, ma ci sono emergenze da affrontare, non si poteva andare avanti con la paralisi dell'Assemblea siciliana». Crocetta ha inoltre spiegato di non aver firmato subito i decreti perchè prima ha atteso che gli fosse consegnato il rapporto dal suo staff che ha verificato certificati penali, carichi pendenti ed eventuali incompatibilità degli assessori. Dunque, nessun problema di natura politica.  
«Sono consapevole di fare una scelta pesante ma necessaria e non rinviabile - ha aggiunto Crocetta - non si può parlare di rimpasto per un anno, è una discussione infinita che non quadra mai. Sarebbe stato più giusto, per evitare discussioni, che i partiti dicessero al pesidente di fare lui il governo, come succede a Roma». E ancora: «So che il mio partito si dibatte in una questione interna che riguarda gli equilibri e le liste, ma ho sempre detto che su questa questione il governo deve restare estraneo: l'unico intervento l'ho fatto in direzione nazionale, nell'organismo preposto. Ho il dovere di governare e lo sto facendo - ha proseguito - assumendomi i rischi di una decisione apparentemente autoreferenziale. Ma non è così, perchè ho sentito i partiti, così come li avevo sentiti un anno e mezzo fa quando formai la prima giunta».
«I partiti hanno chiesto la ricomposizione della giunta, alcuni mi hanno fatto i nomi, il Pd pure ma una parte non è d'accordo (area Cuperlo), tra cui il segretario regionale, Fausto Raciti. Ma il messaggio della segreteria nazionale è chiaro: la questione siciliana l'avrebbe seguita Faraone. Ma questo non vuol dire una sfiducia a Raciti. Ho detto e ribadisco che il rapporto con il Pd non è chiuso, anzi si apre - ha aggiunto - Il mio non è un atto contro il Pd o di delegittimazione Pd. Spero che Raciti sappia ricucire, io sono pronto a ridiscutere col partito sapendo che non possiamo tenere tavoli infiniti, come dice Renzi 'meno tavoli e più mail'».

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