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San Cataldo, solo 6 operatori all'ex Ipab Di Maria: «Ci spieghino il perchè»

SAN CATALDO. La grana Ipab torna d’attualità. Il segretario generale della Cisl-Fp Gianfranco Di Maria chiede un incontro urgente al commissario straordinario Licia Donatella Messina. Da circa un mese dalla riapertura della "Canonico Pagano" i vertici della ditta "Progetto Vita" di Caltagirone, che gestiscono il centro, hanno reimpiegato solo 6, dei 16 operatori socio sanitari che per anni, hanno prestato servizio all'interno della ex casa di riposo. Un problema che preoccupa il sindacalista, il quale aveva ricevuto numerose rassicurazioni sulla riassunzione di tutti gli ex lavoratori dell'ente. Al momento, sembra che, i patti concordati con le sigle sindacali, siano rimasti solo sulla carta. Sempre secondo Di Maria, non si deve snaturare il ruolo pubblico dell'ente, perchè sarebbe una grossa perdita per San Cataldo. Il sindacalista vuole vederci chiaro ed ha chiesto un incontro con il commissario straordinario, durante il quale vorrà conoscere lo stato dell'arte del progetto di rilancio dell'Ipab, e capire perchè numerosi ex operatori, non sono ancora stati reimpiegati.

«Durante l'incontro che ho avuto con il commissario straordinario Messina a fine 2013 - dice Di Maria - ero stato rassicurato circa il rilancio della struttura, con la conferma che sarebbe rimasta Ipab, (Istituto pubblico assistenza e beneficenza) e di conseguenza i lavoratori, avrebbero mantenuto lo status di dipendenti pubblici. Da però allora è passato del tempo per mettere in campo il progetto di rilancio dell'ente, quindi delle professionalità degli operatori non ancora utilizzati. Ma, al momento sembra che gli accordi iniziali, siano rimasti non ancora osservati. Mi è stato riferito, che l'ente o verosimilmente, l'imprenditore che si è aggiudicato l'appalto, ha accolto gli extracomunitari, all'interno dell'Ipab, provvedendo a dare loro assistenza e ritengo a riscuotere, quello che è il giusto compenso a fronte di tale attività. Quello che non comprendo è perché non sia ancora stato utilizzato tutto il personale e perché non vi sia ancora una parte della struttura, che sia stata adibita all’accoglienza degli anziani. Questa funzione, secondo noi è importante, per mantenere la natura fondante dell'Ente e sostanzialmente evitare il rischio di vederlo "snaturato" dal suo ruolo primario. Per tale motivo, visto che il commissario Messina si è spesa molto per il rilancio della struttura chiediamo un incontro urgente al fine di chiarire quale è lo stato dell'arte e quali sono le deliberazioni che l'ente ha adottato o vorrà adottare per dare certezze ai lavoratori. L'Ipab seppure in sinergia con il privato, dovrà continuare ad espletare le sue funzioni originali e non solo. Il nostro ruolo è quello di tutelare i lavoratori evitando che vengano mortificati nel loro ruolo e nella loro professionalità - conclude il sindacalista -. È importante che l'Ipab rimanga un ente pubblico a partecipazione privata».

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