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Provenzano trasferito a Milano e ricoverato Ministro Orlando chiede chiarimenti

MILANO. Il boss di Cosa Nostra Bernardo Provenzano è stato ricoverato oggi pomeriggio all'ospedale San Paolo di Milano dopo essere stato trasferito un paio di giorni fa dal carcere di Parma a quello di Opera, nel Milanese. Uno spostamento su cui il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, che di recente ha firmato la proroga del carcere duro per il boss, ha chiesto chiarimenti al Dap.   
Provenzano, 81 anni, condannato a 20 ergastoli, affetto da patologie neurologiche, sarebbe stato trasferito da Parma a Milano nell'ambito di un avvicendamento «di routine» dei detenuti al 41 bis, che ha riguardato anche altri boss mafiosi in regime di carcere duro. Tra gli altri, secondo quanto si è potuto apprendere, anche Totò Riina, che sarebbe stato spostato da Opera a Parma, facendo il percorso inverso di Provenzano.    Quest'ultimo, dal carcere milanese - secondo quanto si è appreso - è stato portato all'ospedale San Paolo per una verifica, da parte dei responsabili del nuovo istituto di pena in cui è stato ristretto, delle sue condizioni di salute. Il capomafia veniva infatti dal reparto detenuti dell'ospedale Civile di Parma, che ha dato il nulla osta al trasferimento. E dopo due giorni dall'arrivo ad Opera è stato per lui disposto il ricovero. Sul trasferimento di Provenzano, si apprende in serata da fonti del ministero della Giustizia, il Guardasigilli Orlando ha chiesto delucidazioni al Dap: una richiesta di chiarimenti  finalizzata ad approfondire se lo spostamento sia legato ad esigenze di sicurezza o ad una modifica delle condizioni di salute del boss.   
Il 27 marzo scorso il Guardasigilli aveva prorogato il regime di 41 bis per Provenzano ritenendo che sussistessero ancora dei rischi di «diramazioni di direttive criminose all'esterno del circuito penitenziario» e risultando ancora «conclamata oggettivamente la pericolosità» del boss mafioso. Orlando aveva contestualmente chiesto ai vertici del Dap di tenerlo costantemente informato sulle condizioni di salute e di assistenza del detenuto. La scorsa settimana, inoltre, la Cassazione aveva respinto il ricorso dei legali del capomafia che avevano chiesto la sospensione della pena per il boss sostenendo che le sue condizioni di salute non erano compatibili con il carcere. Gli avvocati Rosalba Di Gregorio e Francesco Masarà avevano presentato ricorso alla Suprema Corte contro l'ordinanza con la quale il tribunale di sorveglianza di Bologna, lo scorso 27 agosto, aveva respinto la richiesta di differimento della pena «per grave infermità».

Proprio l'avvocatessa Di Gregorio lamenta di non essere stata informata del trasferimento del suo assistito. «Per l'ennesima volta - dice - i familiari e i difensori di Provenzano apprendono notizie che lo riguardano dalla stampa. C'è da chiedersi se Provenzano era dimettibile. Cioè: perchè visto che era ricoverato all'ospedale di Parma, è stato portato prima in carcere ad Opera e solo in un secondo momento nella struttura sanitaria?».


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