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Al Museo Riso "Il mare non ha paese nemmeno lui..."

PALERMO. Riso, Museo d'Arte Contemporanea della Sicilia presenta il progetto artistico Il mare non ha paese nemmeno lui, ed è di tutti quelli che lo stanno ad ascoltare, di Studio ++, collettivo nato nel 2006 a Firenze - formato da Fabio Ciaravella (1982), Umberto Daina (1979) e Vincenzo Fiore (1981) - e dal 2011 inserito nell’Archivio S.A.C.S., lo Sportello dell’Arte Contemporanea della Sicilia creato da Riso per la promozione della giovane creatività siciliana in Italia e all’estero.
Si tratta di un’installazione, che entrerà a far parte della collezione del Museo, basata sull’uso della realtà aumentata, una tecnologia che permette la fruizione dell’opera attraverso una dimensione pubblica e ‘immateriale’, innescando una riflessione critica sul ruolo e l’identità dell’artista nella società contemporanea. L’opera di Studio++ riflette la ‘relazione di limite’ tra interno ed esterno, tra spazio virtuale e paesaggio urbano, e coinvolge attivamente lo spettatore in una nuova esperienza estetica al di là delle mura dello spazio museale. L’opera site-specific è pensata come omaggio alla Sicilia e alla città di Palermo: il titolo è una citazione tratta dal romanzo di Giovanni Verga, I Malavoglia (1881).
La scritta compare sul prospetto di Palazzo Riso, scaricando un’applicazione dall’App Store.
La presentazione dell’opera al pubblico è accompagnata da una tavola rotonda, a cura di Laura Barreca, nella quale saranno approfonditi temi rilevanti quali il concetto d’immaterialità dell’opera d’arte contemporanea, il contesto urbano come spazio creativo, l’uso delle nuove tecnologie nell’arte e nella comunicazione sociale come nuova dimensione estetica, la partecipazione attiva del pubblico. La tecnologia costituisce un aspetto ormai imprescindibile, e quasi pervasivo, della società e della cultura contemporanea. Grazie alla sua natura immateriale e accessibile, molti dei processi d’informazione e di conoscenza si trasmettono per via digitale, attraverso piattaforme e network dove la parola d’ordine è ‘condivisione’. Nel Ventunesimo secolo la relazione tra arte e tecnologia si è compiuta attraverso una continua capacità di adattamento a nuovi codici linguistici e di comportamento sociale, che oggi le nuove tecnologie digitali offrono come nuova ed esaltante esperienza artistica.

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