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A scuola dai "pupari", a Gela rinasce la tradizione

GELA. Gli antichi mestieri diventano patrimonio culturale e opportunità di rilancio economico. In città dopo il ritorno alla coltivazione del cotone è stato presentato un progetto per il rilancio dei Pupi Siciliani. L’iniziativa che coinvolgerà gli alunni di tutte le scuole del territorio è stata presentata da Emanuele Giammusso e da Guglielmo Greco, attori della compagnia teatrale Antidoto e gestori del cine-teatro di via Pandino a Macchitella. Si sono affidati alla famiglia Napoli che da diverse generazioni considera i Pupi come una risorsa del territorio. La loro compagnia è una certezza occupazionale per dieci persone, tra fabbro, voce narrante, scenografo e burattinaio. «Oggi rappresentiamo il futuro di una tradizione che ci imitano in tutto il mondo – assicura Fiorenzo Napoli – . Noi realizziamo e diamo vita a Pupi solidi costruiti con la stessa tecnica di cento anni fa. Sono diversi da quelli realizzati in serie dalle aziende cinesi e venduti in ogni parte del mondo». Per Giammusso e Greco la tradizione dei Pupi dovrà rinascere in città proprio dal cine-teatro di via Pandino. «La struttura è sede ideale per riproporre questi spettacoli – assicura Giammusso – e, soprattutto, l’avvio di un progetto che consenta di formare i giovani a questo antico mestiere. Abbiamo ottenuto il consenso dei dirigenti di tutte le scuole primarie che operano in città. Saranno i giovani i protagonisti del rilancio delle nostre origini». Alla presentazione del progetto non è voluta mancare l’assessore comunale all’Istruzione, Giovanna Cassarà, la quale ha sottolineato l’importanza dell’iniziativa che godrà del supporto della famiglia Napoli, veri e propri esperti della scuola dei pupari catanesi. I dirigenti scolastici, ieri, hanno potuto assistere ad una dimostrazione pratica di come gli antichi artigiani costruivano i Pupi, con struttura di legno e rifiniture rigorosamente fatte a mano fatte con lamine di rame e ottone. “Insegneremo ai giovani più volenterosi a costruire i Pupi – precisa Agnese Torrisi – che devono essere robusti e pronti a garantire gli effetti speciali di una volta, capaci ancora di emozionare il pubblico”. Lu.Ma.

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