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Portaborse e spese, nuovi controlli della Corte dei Conti sull’Ars

I magistrati contabili esaminano uscite per due milioni nei bilanci 2013. In diversi casi mancano le ricevute. Contestati ai gruppi 200 assunzioni, viaggi e cene: «Dimostrate che sono scelte connesse all’attività politica». Ai partiti un mese per rispondere

PALERMO. La pioggia di assunzioni di consulenti e portaborse all’Ars finisce nel mirino della Corte dei Conti, che chiede ai gruppi parlamentari contratti e curricula. È una delle principali contestazioni che i magistrati contabili hanno inviato ai partiti dopo aver ricevuto - per la prima volta nella storia del Parlamento - i bilanci del 2013. Cene, viaggi, eventi e perfino necrologi vengono ritenuti di dubbia attinenza con la finalità pubblica. Le contestazioni della sezione di Controllo, presieduta da Maurizio Graffeo, valgono oltre 2 milioni e viaggiano in 48 pagine. I gruppi parlamentari potranno rispondere entro 30 giorni.
Le maggiori contestazioni legate alla spesa per il personale riguardano i grillini, che dichiarano uscite per 289.348 euro. La Corte dei Conti chiede in questo caso «i titoli di studio degli assunti per verificare la corretta equiparazione delle qualifiche». I grillini sono il gruppo che ha fatto più assunzioni: 24 fra esperti esterni e portaborse. E dichiarano anche 13.450 euro di consulenze. Al gruppo all’epoca guidato da Giancarlo Cancelleri viene pure contestata una missione a Bruxelles a cui hanno preso parte anche Valentina Palmeri, Angela Foti, Gianina Ciancio, Ignazio Ciancio, Giuseppe Lo Monaco. Infine, i magistrati chiedono chiarimenti sul rimborso da 8.730 euro per la campagna elettorale di Luigi Rosario Cammarata: il dubbio è che questa spesa sia «estranea all’attività del gruppo parlamentare».
Le contestazioni legate alle assunzioni - in molti casi fatte con contratti da colf per salvare contributi pubblici che la legge sulla spending review doveva invece abrogare - riguardano tutti i partiti che nel complesso hanno assunto circa 200 persone. I Drs dovranno spiegare uscite per 245.108 euro, Grande Sud per 113.983 euro, il Pid per 119.379.
Cambiano di volta in volta le altre spese che i magistrati non riescono a spiegarsi. All’Articolo 4 di Lino Leanza, per esempio, viene contestato l’aqcuisto di buste avoriate (1.350 euro), buste con strip (400 euro), cartoncini avorio (1.350 euro), blocchetti A4 (400 euro). I magistrati si chiedono se siano «riconducibili alle funzioni del gruppo visto che non recano alcuna dicitura specifica».
A molti gruppi viene contestata l’assenza di documenti che giustifichino le spese inferiori a mille euro. Ma gran parte della delibera della Corte dei Conti si concentra su missioni e ristoranti. Al gruppo Megafono si chiede di giustificare 3.300 euro euro che risultano spese in buoni pasto e trasferte del personale. All’Mpa, guidato da Roberto Di Mauro, i magistrati chiedono perchè a volte ci siano «due biglietti aerei per la stessa tratta acquistati nello stesso giorno per la stessa persona». E gli autonomisti dovranno anche spiegare «perchè sia stato chiesto il rimborso dei pasti consumati da più soggetti non identificati». L’elenco dei ristoranti è lunghissimo e di primo piano: dal Bolognese di Roma al Bacan di Palermo passando per Villa Clelia e Cucina Papoff. I magistrati chiedono di chiarire «la connessione tra queste spese e le attività del gruppo».
E questa diventa l’occasione per mettere un freno alle spese per cene e feste. La Corte dei Conti infatti spiega che i parlamentari non potrebbero chiederne il rimborso perchè la loro diaria è già concessa per pagare pasti e alberghi: «Ai deputati è già riconosciuta un’indennità di presenza che comprende il ristoro delle spese sostenute per ogni giorno di partecipazione alle sedute dell’Ars e delle commissioni. Pertanto, affinchè altre spese simili siano rimborsabili deve essere fornita adeguata dimostrazione che non siano già rimborsabili attraverso altre indennità». I magistrati chiedono quindi che ogni fattura per cene e alberghi riporti «la data, la natura dell’evento e il collegamento funzionale con le attribuzioni del gruppo parlamentare».

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